Roma , venerdì, 29. dicembre, 2017 16:00 (ACI Stampa).
Una parrocchia spesso e volentieri un luogo idilliaco, nonostante tutto quel che si potrebbe pensare. Nella chiesa in cui si celebra la santa messa, in cui si va a pregare, in cui si dovrebbe "fare comunità", possono scoppiare lotte intestine, guerriglie cruente, liti all'ultimo sangue.
Si, è così. Succede, e succede sempre più frequentemente nella parrocchia di finzione, ma forse neppure troppo, che prende vita nella pagine del romanzo di Jean Mercier, dal titolo "Il signor parroco ha dato di matto", pubblicata dalle edizioni Paoline.
Mercier è un giornalista, lavora per il prestigioso settimanale "La vie". Si occupa di questione religiose e ora si è cimentato per la prima volta con il genere romanzesco. E parte piuttosto bene, perché il romanzo è riuscito, bisogna subito dirlo. La storia ruota intorno alle vicende del povero don Beniamino, parroco appunto in una cittadina francese. In questa comunità si accumulano rivalità, gelosie, recriminazioni, contrapposizioni per qualsiasi motivo, dalle più futili alle più serie. Il parroco deve barcamenarsi in questa quotidianità conflittuale. Di qui la crisi e soprattutto la domanda: ha scelto di fare il prete, ha seguito la propria vocazione, per finire così, tra liti, impegni stressanti con riunioni a getto continuo, discussioni, convegni, come se dirigesse un'azienda o un'organizzazione internazionale? E dell'annuncio del Vangelo cosa rimane?