Roma , venerdì, 4. aprile, 2025 9:00 (ACI Stampa).
Continua il nostro viaggio attraverso i segni della Quaresima. Fra questi, l’elemosina ricopre un ruolo fondamentale. “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. A questa domanda risponde Gesù: “Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me” così l’evengelista Matteo al capitolo. Dunque, uno dei più importanti pilastri della Quaresima è fondato su un’azione a favore del nostro possimo.
Prendiamo, ad esempio, uno dei maestri della carità: San Francesco d’Assisi: “Fino d’allora dimostrava di amare intensamente i poveri e questi inizi lodevoli lasciavano prevedere che cosa sarebbe stato, una volta giunto a perfezione. Spesso si spogliava per rivestire i poveri, ai quali cercava di rendersi simile, se non ancora a fatti, almeno con tutto l’animo. Si recò una volta in pellegrinaggio a Roma e, deposti per amore di povertà i suoi abiti fini, si ricoprì con gli stracci di un povero. Si sedette quindi pieno di gioia tra i poveri che sostavano numerosi nell’atrio, davanti alla chiesa di San Pietro e, ritenendosi uno di essi, mangiò con loro avidamente. Avrebbe ripetuto più e più volte azioni simili, se non gli avessero incusso vergogna i conoscenti. Si accostò poi all’altare del principe degli apostoli e, stupito delle misere offerte dei pellegrini, gettò là denaro a piene mani. Voleva, con questo gesto, indicare che tutti devono onorare in particolare modo colui che Dio stesso ha onorato al di sopra degli altri”, così la Vita redatta dal Celano.
"Eleémosynè", questo il termine greco (in ebraico “sedaqah”) che significa “giustizia”. San Leone Magno in uno dei suoi discorsi sulla Quaresima diceva: “L’elemosina … sotto il nome unico di “misericordia” abbraccia molte opere buone”. Due termini, dunque, “elemosina” e “misericordia” che sono collegati fra loro. Ma, importante nell’elemosina, rimane l’atteggiamento del cuore. Lo dice bene San Paolo: “Quand’anche io distribuissi tutti i miei beni per sfamare i poveri, e dessi il mio corpo in preda al fuoco, se non ho la carità, tutto ciò non mi giova a nulla”. Altro binomio inscindibile: “carità” e “amore”; “carità” è “amore”. Già nel Siracide l’elemosina era un concetto determinante nel cammino del credente: “L’acqua spegne il fuoco che divampa, l’elemosina espia i peccati”. Oppure nello stesso Libro, troviamo: “Non essere incostante nella tua preghiera e non trascurare di fare elemosina”.