Città del Vaticano , lunedì, 31. gennaio, 2022 13:16 (ACI Stampa).
Legalità, imparzialità e trasparenza. Sono le tre parole chiave che Papa Francesco consegna ai rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate, con l’obiettivo di condividere con loro “qualche insegnamento del Vangelo”.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, si era distinto alla fine dello scorso anno per aver collegato il pagamento della tasse alla Dottrina Sociale della Chiesa. Di certo, l’incontro di una delegazione degli esattori delle tasse con il Papa non è certamente qualcosa di consueto.
Nel suo discorso, il Papa sottolinea che nella Bibbia “non mancano i riferimenti al tema delle tasse”, che fanno parte “della vita quotidiana, fin dall’antichità”, e che un esattore delle tasse era Zaccheo, che “Gesù andò a visitare e convertì”, ma anche Matteo, l’apostolo che “Gesù chiamò proprio mentre stava al banco delle imposte”. Anzi, parlando di Matteo il Papa si riferisce al quadro della Vocazione di San Matteo di Caravaggio, nota che Gesù “lo guarda con misericordia e lo sceglie”, e da quel momento Matteo “è illuminato”, e forse “avrà continuato a usare e gestire i propri beni, e magari anche quelli altrui, ma certamente con un’altra logica: quella del servizio ai bisognosi e della condivisione con i fratelli e le sorelle, come il Maestro gli insegnava”.
Papa Francesco sottolinea che “la Bibbia non demonizza il denaro, ma invita a farne l’uso giusto”, ricorda la pratica del “versamento della decima”, una usanza “comune a molte società antiche”, cui l’Antico Testamento dà il nuovo significato di mantenere i Leviti, i membri della tribù di Levi che non “avevano ricevuto in eredità una parte della terra promessa”, ma avevano il compito di “servire nel tempio del Signore”, senza potersi riservare “un proprio patrimonio”, ma dovendo “vivere delle offerte delle altre tribù”.
E così, la decima – spiega Papa Francesco – “serviva a far maturare nella coscienza del popolo due verità: quella di non essere autosufficienti, perché la salvezza viene da Dio; e quella di essere responsabili gli uni degli altri, a partire da chi è più bisognoso”.