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Le processioni dei francescani in Terra Santa, alla Natività e al Santo Sepolcro

Ogni giorno, ad orario fisso da sette secoli, la pia tradizione per meditare sulla nascita e la morte di Gesù

Alcune immagini della Processione alla Natività |  | Custodia di Terra Santa
Alcune immagini della Processione alla Natività | Custodia di Terra Santa
Alcune immagini della Processione alla Natività |  | Custodia di Terra Santa
Alcune immagini della Processione alla Natività | Custodia di Terra Santa
Alcune immagini della Processione alla Natività |  | Custodia di Terra Santa
Alcune immagini della Processione alla Natività | Custodia di Terra Santa
Alcune immagini della Processione alla Natività |  | Custodia di Terra Santa
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La Processione al Santo Sepolcro |  | Custodia di Terra Santa
La Processione al Santo Sepolcro | Custodia di Terra Santa
La Processione al Santo Sepolcro |  | Custodia di Terra Santa
La Processione al Santo Sepolcro | Custodia di Terra Santa
La Processione al Santo Sepolcro |  | Custodia di Terra Santa
La Processione al Santo Sepolcro | Custodia di Terra Santa
La Processione al Santo Sepolcro |  | Custodia di Terra Santa
La Processione al Santo Sepolcro | Custodia di Terra Santa

Settembre è un periodo di pellegrinaggi, soprattutto in Terra Santa. Una occasione per conoscere anche alcuni antichi rituali che si ripetono da più di sette secoli.

Uno molto suggestivo, come ricorda il sito della Custodia di Terra Santa, è quello delle processioni quotidiane all'interno delle basiliche della Natività e del Santo Sepolcro.

Dal 1336” nella basilica in un percorso circolare scandito da inni, antifone e canti, si ripercorrono le principali stazioni della Passione, morte e Resurrezione di Gesù Cristo.

Fr. Stéphane Milovitch, oggi Presidente del Santo Sepolcro, si è occupato per anni della storia della processione, ricercando le fonti e analizzando dettagliamente questo rituale nel suo sviluppo storico e liturgico (frutto delle sue ricerche, il volume Quotidianamente da prima del 1336) spiega sul sito della Custodia: "La processione pomeridiana non era né una liturgia né un esercizio di devozione. Ma era un modo di effettuare una visita al santuario. Le fonti riportano che, mentre i fedeli procedevano nella visita della Basilica, il clero delle diverse comunità religiose presenti al Santo Sepolcro indicava in modo rituale le cose da vedere: giunti ad un determinato altare o luogo santo, i sacerdoti che facevano da guida spiegavano i misteri della redenzione avvenuti e leggevano poi il testo biblico corrispondente. Le singole soste (“stazioni”) erano quindi momenti di meditazione su particolari episodi della Passione, dalla flagellazione all’incontro di Gesù risorto con la Madre, passando attraverso il Golgota e la tomba vuota".

Alla fine del XIV secolo si possiede un elenco dei vari “santuari” presenti all’interno dell’edificio: esso corrisponde a ciò che diventerà in seguito l'ordine della processione. Con il passare dei secoli la processione comincerà a perdere il suo carattere di “visita” e attraverso una lenta metamorfosi, che avrà il suo culmine con il Concilio di Trento, la processione diventerà un rituale definito con rigide modalità, a cui i fedeli sono “invitati” ad aggregarsi.

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Ecco la descrizione: "Il nome ufficiale della processione quotidiana è Ordo Processionis Quae Hierosolymis In Basilica Sancti Sepulcri Domini Nostri Iesu Christi A Fratribus Minoribus Peragitur Custodia Terrae Sanctae. Questo testo, nei secoli, fu interessato da innovazioni e aggiunte fino alla definitiva riforma curata dal Custode di Terra Santa, fr. Tommaso Obicini, il cui Ordo Processionalis (del 1623) rimase in uso fino al 1925. In questo anno entrò in vigore una nuova versione della processione in cui furono apportate modifiche agli inni per adeguarli all’edizione ufficiale dell’Antifonale Romano.

La processione è presieduta da un ebdomadario (il frate addetto alla celebrazione del culto in una determinata settimana), due assistenti e il turiferario che si occupa dell’incensazione. L'ufficio viene interamente recitato in lingua latina e si inserisce nel contesto più ampio delle liturgie quotidiane della comunità francescana che vive nel convento della Basilica. La processione segue questo itinerario:

I. All’altare del Santissimo Sacramento, II. Presso la Colonna della flagellazione, III. Al Carcere di Cristo,VI. Alla cappella di Sant’Elena,VII. Alla cappella della coronazione e degli improperi, XI. Alla Pietra dell’unzione IV. All’altare della divisione delle vesti di Cristo, V. Nella Cripta del ritrovamento della Croce, VIII. Al luogo della Crocifissione sul Calvario, IX. Al luogo dove Cristo spirò sulla Croce, X. All’altare dell’Addolorata, XII. Al glorioso Sepolcro di Nostro Signore Gesù Cristo, XIII. Al luogo dell’apparizione di Gesù a Maria Maddalena, XIV. Alla cappella dell’Apparizione di Gesù risorto a sua Madre

Analoga la processione nella Basilica della Natività a Betlemme come spiega fr. Luis Enrique Segovia, guardiano del convento francescano di Santa Caterina a Betlemme –. La processione è celebrata da lunedì a sabato alle ore 12.00 dai frati della Basilica, ed è già conosciuta nel 1623 quando fr. Tommaso Obicini da Novara (Custode di Terra Santa e liturgista) modifica e aggiorna, nella sua “Processio celebranda ad sanctissimum nascentis Christi presepe in Betlehem”, le preghiere e gli inni del libretto processionale. La liturgia della processione di Betlemme si struttura non solo sui vangeli, ma anche sulle citazioni famose di San Girolamo, che qui visse a lungo e dove poté portare avanti il suo lavoro di traduzione della Bibbia: in ogni stazione c’è sempre una frase sul Natale tratta dalle sue lettere, dai suoi commenti o dalle omelie.

In questo caso si tratta di 4 stazioni e per ognuna di esse sono previsti l’inno, l’incensazione e la recita del Pater-Ave-Gloria. I fedeli, oggi al massimo 30, sono invitati a seguire la liturgia con una candela accesa lungo tutto il tragitto fino alla grotta della Natività.

La prima sosta avviene all’altare della stella, dove Gesù è natocon l'iscrizione latina 'Hic de Virgine Maria Iesus Christus natus est'. Poi si passa alla Mangiatoia, dove Gesù è stato deposto, e proprio di fronte c’è l’altare dei Re Magi, dove giornalmente i latini celebrano la Santa Messa. Poi si esce verso le altre grotte con sei altri: quello dedicato a San Giuseppe, ai Santi Innocenti, all’oratorio e al cenotafio di San Girolamo, alle Sante Paola e Eustochio e al sepolcro di Sant’Eusebio. Il sabato, giorno tradizionalmente dedicato alla Madonna, la processione si conclude di nuovo in chiesa con l’incensazione sull’altare di Santa Caterina.

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Fonte: Custodia di Terra Santa