Città del Vaticano , lunedì, 31. dicembre, 2018 14:00 (ACI Stampa).
Il 2018 per Papa Francesco è stato senza dubbio un anno intenso. Tantissime le udienze, i discorsi, le omelie, gli incontri, le emozioni, i viaggi. Non è semplice selezionare le frasi e le parole più incisive del Pontefice di quest’anno. Ma, alcune, sono senza dubbio importanti da ricordare e da riportare nero su bianco, mese dopo mese.
Si inizia a gennaio, con il primo viaggio del Pontefice del 2018 in Cile e Perù. Quasi profetico l’incontro con i giovani al Santuario di Maipù. Il Papa nel suo discorso anticipa l’essenza di quello che sarebbe stato poi il Sinodo dei Vescovi di ottobre proprio sul mondo dei giovani. “Una volta, recentemente – confida il Papa - una persona mi ha detto: Io non so se parlare della Santa Madre Chiesa parlava di un luogo specifico o della Santa Nonna Chiesa! No, no, la Chiesa deve avere un volto giovane, e in questo voi ci dovete aiutare. Però, naturalmente, un volto giovane reale, pieno di vita, non giovane perché truccato con creme che ringiovaniscono, no, questo non serve, ma giovane perché dal profondo del cuore si lascia interpellare. Ed è questo di cui noi, la Santa Madre Chiesa, oggi ha bisogno da parte vostra: che ci interpelliate”.
Si prosegue a febbraio. L’incontro del Pontefice con le famiglie delle parrocchie di Roma, alla periferia della città. È la volta di una parrocchia a Ponte Mammolo. Straordinarie le parole di Papa Francesco nell’incontro con gli anziani e i malati: “Ma cosa faccio io per il mondo? Io non vado alle Nazioni Unite, non vado alle riunioni… sono qui, a casa… Cosa faccio per la Chiesa? La Chiesa, è lei che fa per me…. Forse pensate così. No. Questa testimonianza, ognuno con la fede, con il volere bene alla gente, facendo buoni auguri agli altri, è come conservare il fuoco. Voi siete la brace, la brace del mondo sotto le ceneri: sotto le difficoltà, sotto le guerre ci sono queste braci, braci di fede, braci di speranza, braci di gioia nascosta”.
A marzo 2018 la preghiera di Papa Francesco davanti alla Croce, nel giorno della tradizionale Via Crucis al Colosseo: “Dinanzi al tuo supremo amore ci pervada la vergogna per averti lasciato solo a soffrire per i nostri peccati: la vergogna per essere scappati dinanzi alla prova pur avendoti detto migliaia di volte: anche se tutti ti lasciano, io non ti lascerò mai; la vergogna di aver scelto Barabba e non te, il potere e non te, l’apparenza e non te, il dio denaro e non te, la mondanità e non l’eternità”.
Ad aprile il Papa si reca ad Alessano, in Puglia, per il 25esimo della morte di Don Tonino Bello. Come non ricordare le parole pronunciate dopo aver pregato sulla sua tomba: “Capire i poveri era per lui vera ricchezza, era anche capire la sua mamma, capire i poveri era la sua ricchezza. Aveva ragione, perché i poveri sono realmente ricchezza della Chiesa. Ricordacelo ancora, don Tonino, di fronte alla tentazione ricorrente di accodarci dietro ai potenti di turno, di ricercare privilegi, di adagiarci in una vita comoda”.