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Le dodici frasi del 2018 di Papa Francesco

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Il 2018 per Papa Francesco è stato senza dubbio un anno intenso. Tantissime le udienze, i discorsi, le omelie, gli incontri, le emozioni, i viaggi. Non è semplice selezionare le frasi e le parole più incisive del Pontefice di quest’anno. Ma, alcune,  sono senza dubbio importanti da ricordare e da riportare nero su bianco, mese dopo mese.

Si inizia a gennaio, con il primo viaggio del Pontefice del 2018 in Cile e Perù. Quasi profetico l’incontro con i giovani al Santuario di Maipù. Il Papa nel suo discorso anticipa l’essenza di quello che sarebbe stato poi il Sinodo dei Vescovi di ottobre proprio sul mondo dei giovani. “Una volta, recentemente – confida il Papa -  una persona mi ha detto: Io non so se parlare della Santa Madre Chiesa parlava di un luogo specifico o della Santa Nonna Chiesa! No, no, la Chiesa deve avere un volto giovane, e in questo voi ci dovete aiutare. Però, naturalmente, un volto giovane reale, pieno di vita, non giovane perché truccato con creme che ringiovaniscono, no, questo non serve, ma giovane perché dal profondo del cuore si lascia interpellare. Ed è questo di cui noi, la Santa Madre Chiesa, oggi ha bisogno da parte vostra: che ci interpelliate”.

Si prosegue a febbraio. L’incontro del Pontefice con le famiglie delle parrocchie di Roma, alla periferia della città. È la volta di una parrocchia a Ponte Mammolo. Straordinarie le parole di Papa Francesco nell’incontro con gli anziani e i malati: “Ma cosa faccio io per il mondo? Io non vado alle Nazioni Unite, non vado alle riunioni… sono qui, a casa… Cosa faccio per la Chiesa? La Chiesa, è lei che fa per me…. Forse pensate così. No. Questa testimonianza, ognuno con la fede, con il volere bene alla gente, facendo buoni auguri agli altri, è come conservare il fuoco. Voi siete la brace, la brace del mondo sotto le ceneri: sotto le difficoltà, sotto le guerre ci sono queste braci, braci di fede, braci di speranza, braci di gioia nascosta”. 

A marzo 2018 la preghiera di Papa Francesco davanti alla Croce, nel giorno della tradizionale Via Crucis al Colosseo: “Dinanzi al tuo supremo amore ci pervada la vergogna per averti lasciato solo a soffrire per i nostri peccati: la vergogna per essere scappati dinanzi alla prova pur avendoti detto migliaia di volte: anche se tutti ti lasciano, io non ti lascerò mai; la vergogna di aver scelto Barabba e non te, il potere e non te, l’apparenza e non te, il dio denaro e non te, la mondanità e non l’eternità”.

Ad aprile il Papa si reca ad Alessano, in Puglia, per il 25esimo della morte di Don Tonino Bello. Come non ricordare le parole pronunciate dopo aver pregato sulla sua tomba: “Capire i poveri era per lui vera ricchezza, era anche capire la sua mamma, capire i poveri era la sua ricchezza. Aveva ragione, perché i poveri sono realmente ricchezza della Chiesa. Ricordacelo ancora, don Tonino, di fronte alla tentazione ricorrente di accodarci dietro ai potenti di turno, di ricercare privilegi, di adagiarci in una vita comoda”.

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A maggio ricordiamo l’omelia pronunciata da Papa Francesco durante la Domenica di Pentecoste: “Lo Spirito sblocca gli animi sigillati dalla paura. Vince le resistenze. A chi si accontenta di mezze misure prospetta slanci di dono. Dilata i cuori ristretti. Spinge al servizio chi si adagia nella comodità. Fa camminare chi si sente arrivato. Fa sognare chi è affetto da tiepidezza. Ecco il cambiamento del cuore. Tanti promettono stagioni di cambiamento, nuovi inizi, rinnovamenti portentosi, ma l’esperienza insegna che nessun tentativo terreno di cambiare le cose soddisfa pienamente il cuore dell’uomo. Il cambiamento dello Spirito è diverso: non rivoluziona la vita attorno a noi, ma cambia il nostro cuore”.

È il 28 giugno e Papa Francesco, nella Basilica di San Pietro, ordina 14 nuovi cardinali per la Santa Romana Chiesa. Forti le parole del Papa ai nuovi pastori: “Nessuno di noi deve sentirsi “superiore” ad alcuno. Nessuno di noi deve guardare gli altri dall’alto in basso. Possiamo guardare così una persona solo quando la aiutiamo ad alzarsi”.

A luglio, nonostante il caldo torrido, il Papa si reca a Bari per l’incontro con i capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente. Nel momento di preghiera il Papa sottolinea: “I cristiani sono luce del mondo non solo quando tutto intorno è radioso, ma anche quando, nei momenti bui della storia, non si rassegnano all’oscurità che tutto avvolge e alimentano lo stoppino della speranza con l’olio della preghiera e dell’amore. Perché, quando si tendono le mani al cielo in preghiera e quando si tende la mano al fratello senza cercare il proprio interesse, arde e risplende il fuoco dello Spirito, Spirito di unità, Spirito di pace”.

Ad agosto, nella Festa della Famiglie a Dublino, il Papa ribadisce nei suoi discorsi l’importanza della famiglia e del nucleo famigliare: “Voi, care famiglie, siete la grande maggioranza del Popolo di Dio. Che aspetto avrebbe la Chiesa senza di voi? Una Chiesa di statue, una Chiesa di persone sole…”

A settembre il Papa è invece ospite della Sicilia. La Sicilia del Beato Pino Puglisi, primo sacerdote martire della mafia. Il Papa nella Messa a Palermo pronuncia parole forti contro la mafia: “Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore. Oggi abbiamo bisogno di uomini e di donne di amore, non di uomini e donne di onore; di servizio, non di sopraffazione. Abbiamo bisogno di camminare insieme, non di rincorrere il potere. Se la litania mafiosa è: Tu non sai chi sono io, quella cristiana è: Io ho bisogno di te”.

Ad ottobre come non menzionare le parole commosse di Francesco nella Messa di apertura del Sinodo dei Vescovi di tutto il mondo – per la prima volta anche cinesi -  sui giovani: “Che lo Spirito ci dia la grazia di essere Padri sinodali unti col dono dei sogni e della speranza, perché possiamo, a nostra volta, ungere i nostri giovani col dono della profezia e della visione; ci dia la grazia di essere memoria operosa, viva, efficace. È con questo atteggiamento di docile ascolto della voce dello Spirito che siamo convenuti da tutte le parti del mondo. Oggi, per la prima volta, sono qui con noi anche due confratelli Vescovi dalla Cina Continentale. Diamo loro il nostro caloroso benvenuto: la comunione dell’intero Episcopato con il Successore di Pietro è ancora più visibile grazie alla loro presenza”.

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A novembre il Papa come consuetudine ricorda i Cardinale defunti nella Cappella Papale: “Mentre preghiamo per i Cardinali e i Vescovi defunti nel corso dell’anno, domandiamo l’intercessione di chi ha vissuto senza voler apparire, di chi ha servito di cuore, di chi si è preparato giorno per giorno all’incontro col Signore. Sull’esempio di questi testimoni, che grazie a Dio ci sono, e sono tanti, non accontentiamoci di una vista breve sull’oggi; desideriamo invece uno sguardo che va oltre, alle nozze che ci attendono”.

Infine dicembre, ultimo mese dell’anno di questo 2018, il Pontefice nel giorno dedicato all’Immacolata Concezione eleva una bellissima preghiera alla Madonna per la città di Roma: “Ti chiediamo la forza di non rassegnarci, anzi, di fare ogni giorno ciascuno la propria parte per migliorare le cose, perché la cura di ognuno renda Roma più bella e vivibile per tutti;  perché il dovere ben fatto da ognuno assicuri i diritti di tutti”.