Roma , lunedì, 28. febbraio, 2022 18:00 (ACI Stampa).
E’ una chiesa monastica quella dei santi Sergio e Bacco che oggi accoglie parte degli ucraini a Roma. Nel cuore della vecchia Roma, al Rione Monti, affaccia su una piazza famosa per i ristoranti. La sua è una origine che risale al IX secolo con i primi monaci e la gente del popolo la chiamava “Serio e Baco”.
Come ricorda Mariano Armellini nel suo mitologico libro sulle chiese di Roma
“fino dal secolo IX viene ricordata la Ecclesia ss. Sergii in Suburra, alla quale era annesso un monastero detto Canelicum. Nel 1413 ai monaci era sostituito un arciprete con alcuni chierici.(…)Presso la chiesa eravi l'ospedale degli albanesi. Ecco come il Bruzio parla di questa chiesa medesima: "Fu rifatta dopo che venne distrutta quella del Campidoglio, e dal card. Antonio Barberini, cappuccino e fratello di Urbano VIII, di nuovo risarcita essendo fatiscente. Quel papa l'affidò ai Ruteni basiliani che hanno liturgia greca ma in lingua dalmatica. È assai antica e fu parrocchiale. Nel 1741 venne riedificata a spese di alcuni fedeli divoti della imagine della Madonna che si venera sull'altar maggiore della chiesa. Quella sacra imagine copiata da quella di Zirowich in Lituania, si scoperse verso il 1718 sotto l'intonaco del muro contiguo alla sagrestia: di là fu tolta d'ordine di Clemente XI e nell'anno seguente collocata dove hoggi si vede: in tale occasione la chiesa fu incominciata a chiamare la Madonna del Pascolo. L'anno 1622 da Gregorio XV fu affidata ai padri Minimi di s. Francesco di Paola che l'abbandonarono allorché passarono alla loro chiesa presso s. Pietro in Vincoli”.
Per leggere la storia più recente è bene affidarsi alla pagina web della attuale parrocchia ucraina: Negli anni ’30 del 1600 i metropoliti Josyf Veliamyn Rutsky e Rafajil Korsak si prodigarono per istituire a Roma la sede dei procuratori della Chiesa di Kyiv unita (greco-cattolica). Il 25 giugno 1640 nel Palazzo Apostolico al Quirinale ebbe luogo l’incontro a cui parteciparono il Santo Padre Urbano VIII (6 agosto 1623 - 29 giugno 1644) e undici cardinali. Durante quell’incontro, fu annunciato il decreto secondo il quale la Chiesa dei Santi Martiri Sergio e Bacco di Roma, insieme agli edifici ad essa annessi, veniva concessa ai ruteni uniti.
A metà del 1800 il governo zarista russo cercò di appropriarsi della chiesa dei Santi Sergio e Bacco e degli edifici ad essa annessi, sostenendo che la proprietà "apparteneva all'ordine basiliano che si trovava sul territorio russo". Ma la Congregazione di Propaganda Fide dimostrò che l’edificio e la chiesa appartenevano alla Sede Apostolica nominando, in qualità di amministratori, sacerdoti italiani che le gestivano dal 1830 al 1897.