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L’augurio di Papa Francesco: “Che il Sinodo risvegli i nostri cuori!”

Il Papa apre i lavori del Sinodo 2018 |  | Daniel Ibanez, ACI Group
Il Papa apre i lavori del Sinodo 2018 | Daniel Ibanez, ACI Group
Il Papa apre i lavori del Sinodo 2018 |  | VG / ACI Group
Il Papa apre i lavori del Sinodo 2018 | VG / ACI Group
Il Papa apre i lavori del Sinodo 2018 |  | VG / ACI Stampa
Il Papa apre i lavori del Sinodo 2018 | VG / ACI Stampa
Il Papa apre i lavori del Sinodo 2018 |  | ACI Group
Il Papa apre i lavori del Sinodo 2018 | ACI Group

E’ ufficialmente iniziato il terzo Sinodo convocato da Papa Francesco. Il Pontefice ha raggiunto i 267 Padri Sinodali nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano e ha preso parte alla prima preghiera e alla sessione iniziale dei lavori.

E’ il Sinodo sui giovani. Francesco ci tiene particolarmente e nel suo discorso precisa: “Entrando in quest’aula per parlare dei giovani, si sente già la forza della loro presenza che emana positività ed entusiasmo, capaci di invadere e rallegrare non solo quest’aula, ma tutta la Chiesa e il mondo intero. Ecco perché non posso cominciare senza dirvi grazie!”.

Il Papa inizia il suo discorso con una serie di saluti: “Grazie di cuore al Cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo, ai Presidenti Delegati, al Cardinale Sérgio da Rocha, Relatore Generale; a Monsignor Fabio Fabene, Sotto-Segretario, agli Officiali della Segreteria Generale e agli Assistenti; grazie a tutti voi, Padri sinodali, Uditori, Uditrici, esperti e consultori; ai Delegati fraterni; ai traduttori, ai cantori, ai giornalisti. Grazie di cuore a tutti per la vostra partecipazione attiva e feconda. Un grazie sentito meritano i due Segretari Speciali, Padre Giacomo Costa, gesuita, e Don Rossano Sala, salesiano, che hanno lavorato generosamente con impegno e abnegazione”.

Vale la pena di aggrapparsi alla barca della Chiesa – sostiene Papa Francesco - che, pur attraverso le tempeste impietose del mondo, continua ad offrire a tutti rifugio e ospitalità; vale la pena di metterci in ascolto gli uni degli altri; vale la pena di nuotare controcorrente e di legarsi ai valori alti: la famiglia, la fedeltà, l’amore, la fede, il sacrificio, il servizio, la vita eterna. La nostra responsabilità qui al Sinodo è di non smentirli, anzi, di dimostrare che hanno ragione a scommettere: davvero vale la pena, davvero non è tempo perso!”.

Per Francesco “il Sinodo che stiamo vivendo è un momento di condivisione”. Desidero dunque, all’inizio del percorso dell’Assemblea sinodale, invitare tutti a parlare con coraggio e parresia, cioè integrando libertà, verità e carità”.

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“Al coraggio del parlare deve corrispondere l’umiltà dell’ascoltare - dice ancora il Papa - il Sinodo dev’essere un esercizio di dialogo, anzitutto tra quanti vi partecipano”.

Papa Francesco sottolinea: “Vi invito a sentirvi liberi di considerare quanto avete preparato come una bozza provvisoria aperta alle eventuali integrazioni e modifiche che il cammino sinodale potrebbe suggerire a ciascuno”.

Per il Papa il Sinodo è anche “un esercizio ecclesiale di discernimento. Franchezza nel parlare e apertura nell’ascoltare sono fondamentali affinché il Sinodo sia un processo di discernimento”. “Il discernimento – commenta il Papa - non è uno slogan pubblicitario, non è una tecnica organizzativa, e neppure una moda di questo pontificato, ma un atteggiamento interiore che si radica in un atto di fede”.

“Un primo passo nella direzione dell’ascolto – dice il Papa - è liberare le nostre menti e i nostri cuori da pregiudizi e stereotipi: quando pensiamo di sapere già chi è l’altro e che cosa vuole, allora facciamo davvero fatica ad ascoltarlo sul serio. Il clericalismo è una perversione ed è radice di tanti mali nella Chiesa: di essi dobbiamo chiedere umilmente perdono e soprattutto creare le condizioni perché non si ripetano”.

Il Papa conclude il suo discorso ai Padri Sinodali: “Che il Sinodo risvegli i nostri cuori! Il presente, anche quello della Chiesa, appare carico di fatiche, di problemi, di pesi. Ma la fede ci dice che esso è anche il kairos in cui il Signore ci viene incontro per amarci e chiamarci alla pienezza della vita”.

 

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