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L'arcivescovo di Belgrado Laslo Nemet , neo cardinale punta su cambiamento e sinodalità

Un tempo i papi vedevano solo Piazza San Pietro oggi io uso internet

Il cardinale Laslo Nemet S.V.D. arcivescovo di Belgrado |  | AA Il cardinale Laslo Nemet S.V.D. arcivescovo di Belgrado | | AA

La riforma di Papa Francesco è significativa per tutta la Chiesa ed è un processo a lungo termine che passa per la Sinodalità. Lo sostiene il neo cardinale Ladislav Nemet S.V.D. arcivescovo di Belgrado.

Per lui quando Papa Francesco nel 2013 ha parlato di sinodalità nessuno lo aveva preso sul serio "nel 2018 c'è stata la Commissione Teologica Internazionale, e poi è arrivata la sinodalità. Penso che ciò ci mostra che siamo sulla giusta strada".

Certo bisogna capire cosa si intende per sinodalità: "Se prendete la sinodalità, come nei primi mille d'anni della Chiesa, non è un problema. Se prendete come è funzionato nel Vaticano nel 1075, che è stato un anno molto importante, la centralizzazione e l'assolutizzazione della Chiesa, non significa che sia l'unico modo giusto di capire la sinodalità".

Per Nemet il primato papale è da rivedere e anche sul diaconato femminile dice di essere aperto ad ogni cambiamento

Interessante anche il suo pensiero sul dialogo ecumenico che in Serbia è dialogo con la Chiesa ortodossa legata al Patriarcato di Mosca. "Penso che il fatto di essere nominato Cardinale abbia cambiato l'atmosfera in Serbia. Non ho mai avuto così tante reazioni positive, a partire dal Presidente, dal Primo Ministro, dal Patriarca della Chiesa Serba orodossa e da tutte le altre persone, soltanto sulle strade. Per tutta la Serbia è qualcosa di speciale, perché non abbiamo mai avuto qualcosa di così per la Chiesa Serba.

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Spero che la nostra esistenza come cattolici in Serbia si presenti agli ortodossi con cui vogliamo vivere in pace e in dialogo".

Parla anche della guerra in Ucraina. "Penso che la cosa più importante è chiedere la pace e trovare il posto e il campo di attività della Chiesa dove la Chiesa può essere più presente di altri. Il Cardinal Zuppi ha visitato diversi paesi e ha raggiunto grandi successi portando a casa alcuni bambini, e scambiando prigionieri. Questi sono i campi dove la Chiesa cattolica può fare qualcosa". Certo, aggiunge, "finché la guerra non sarà finita, non possiamo trattare di collaborazione tra patriarcato ortodosso e Vaticano." Da qui il tema del Primato petrino: "secondo me il Primato come tale è importantissimo per mantenere l'unità nella fede ma non per i distruggere l'evangelizzazione. Secondo me le due cose sono a livelli diversi e così non vedo questo pericolo".

Lei adesso diventa cardinale quindi diventa ancora più parte della Santa Sede. Che cosa direbbe a un Pio XI che sosteneva la sovranità della Santa Sede come fondamentale per la libertà della Chiesa nel mondo? "Io ho pieno rispetto per lui che ha ha capito così, ma  il tempo è cambiato, lui non usava internet e io uso internet".

Quindi va abolito il Vaticano? "Il mondo è cambiato, il Vaticano deve stare là dove è, non c'è problema ma si è cambiata la mentalità è cambiato l'approccio ai diversi temi e oggi siamo forse in un grado anche di distinguere fra le cose che sono importanti e che non sono importanti. A quel tempo il Papa era rinchiuso nelle mura del Vaticano e forse non vedeva più lontano di Piazza San Pietro. Adesso vediamo tutto il mondo".