Città del Vaticano , lunedì, 14. settembre, 2020 18:00 (ACI Stampa).
La collaborazione di San Giovanni Paolo II con la Pontificia Accademia delle Scienze non si esaurì solo, come abbiamo ricordato, con la questione Galileo.
Uno dei temi cari a Karol Wojtyła è sempre stato la pace. Del resto aveva vissuto sulla propria pelle la catastrofe della guerra. Il 12 novembre 1983 in occasione della sessione plenaria su scienza e pace della Accademia, Giovanni Paolo II incoraggiava gli scienziati così: “Abbiate il coraggio e l’audacia della ragione che cerca instancabilmente il vero e avrete nella Chiesa e da questa sede apostolica i vostri più convinti alleati”.
La ricerca del vero quindi anche per ottenere la pace. “Il fine dell’universo non è soltanto quello di rivelare la verità che gli è immanente, ma di manifestare la verità prima che ha dato origine e forma al mondo” e aggiunge: “ in questo momento così grave della storia io vi chiedo la carità del sapere che edifica la pace. La pace è un dono di Dio offerto agli uomini di buona volontà. La mia parola si rivolge ora a tutti gli uomini di buona volontà, a qualunque fede essi appartengano, e anzitutto a voi che ascoltate”.
Scienza e pace di profeti disarmati come i Pontefici, ricorda Giovanni Paolo II e cita Pio XI: “I profeti disarmati sono stati oggetto di irrisione in tutti i tempi, specialmente da parte degli accorti politici della potenza, ma non deve forse oggi la nostra civiltà riconoscere che di essi l’umanità ha bisogno? Non dovrebbero forse essi soli trovare ascolto nell’unanimità della comunità scientifica mondiale, affinché siano disertati i laboratori e le officine della morte per i laboratori della vita? Lo scienziato può usare della sua libertà per scegliere il campo della propria ricerca: quando in una determinata situazione storica è pressoché inevitabile che una certa ricerca scientifica sia usata per scopi aggressivi, egli deve compiere una scelta di campo che cooperi al bene degli uomini, all’edificio della pace. Nel rifiuto di certi campi di ricerca, inevitabilmente destinati, nelle concrete condizioni storiche, a scopi di morte gli scienziati di tutto il mondo dovrebbero trovarsi uniti in una volontà comune di disarmare la scienza e di formare una provvidenziale forza di pace”.
La pace è opera della Giustizia ricorda il Papa, ma è “un lavoro instancabile che non cesserà mai, perché continuamente a causa del peccato, sia individuale che sociale, sorgono nel mondo dei focolai d’ingiustizia”.