New York City, New York , venerdì, 23. settembre, 2016 15:00 (ACI Stampa).
Lotta la corruzione, la Santa Sede aderisce alla Convenzione ONU. Lo scorso 19 settembre, la delegazione della Santa Sede alle Nazioni Unite ha presentato lo strumento di adesione alla convenzione, che risale al 2003. Allo strumento di adesione, la Santa Sede ha accluso due riserve e tre dichiarazioni interpretative. La Convenzione entrerà in vigore per la Santa Sede e per lo Stato di Città del Vaticano il 19 ottobre.
La Convenzione è conosciuta come “convenzione di Merida”, e rappresenta – spiega l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, in un articolo per l'Osservatore Romano - il principale strumento globale per prevenire e contrastare i reati commessi nell’ambito della funzione pubblica”.
La convenzione si applica alla prevenzione, alle indagini e ai procedimenti giudiziari per corruzione, nonché al congelamento, al sequestro, alla confisca e al rendimento dei ricavi provenienti dai reati e comprende norme volte a prevenire e combattere il riciclaggio, nonché standard relativi alla contabilità nel settore privato, alla trasparenza e alla parità di accesso di tutti i candidati a contratti di fornitura e servizio per opere pubbliche.
Sottolinea l’arcivescovo Gallagher che “gli Stati che hanno ratificato la Convenzione di Mérida sono tenuti a perseguire e punire la corruzione attiva e passiva dei pubblici ufficiali nazionali, la corruzione attiva dei pubblici ufficiali stranieri e la corruzione nel settore private”.
Ci sono tutta una serie di obblgazioni che riguardano la convenzione: ogni Stato che aderisce deve includere nel suo ordinamento giuridico i crimini di appropriazione indebita, abuso di ufficio, riciclaggio di denaro e falsa testimonianza. La Convenzione prevede anche una cornice giuridica che agevola estradizioni, rogatorie, restituzioni di beni, assistenza tecnica e scambio di informazioni.