Prima predica di Avvento per la Curia e il Papa del il nuovo predicatore della Casa Pontificia, padre Roberto Pasolini, francescano cappuccino. Tema scelto “La porta dello stupore”, che unisce Avvento e Giubileo.

Cosa significa aprire la porta dello stupore? Significa fare come Maria e come i profeti, coloro cioè che “sanno comprendere profondamente il senso degli avvenimenti della storia”, e ci indicano, la sfida dell'Avvento: “accorgersi della presenza e dell’azione di Dio dentro la storia e ridestare lo stupore di fronte a ciò che Egli non solo può, ma soprattutto desidera compiere ancora nella nostra vita e nella storia del mondo”.

E le due figure che il francescano di 44 anni indica ai curiali  riuniti in Aula Paolo VI sono Elisabetta e la Vergine Maria. Elisabetta che decide dietro indicazione dello Spirito il nome del figlio rompendo con la tradizione e Maria che grazie allo Spirito Santo dice il suo si senza paura di andare contro il mondo. Il ‘no’ di Elisabetta "ci ricorda che niente e nessuno è condizionato soltanto dalla propria storia e dalle proprie radici, ma anche ricondizionato continuamente dalla grazia di Dio". E il compito dell' Arcangelo Gabriele è “di fare ingresso nel cuore di Maria, senza forzare in alcun modo le porte della sua disponibilità, perché il dialogo tra loro deve avvenire in completa libertà” e “in un clima di fiducia”.

Insomma in Avvento l’attesa e l’ascolto, ci servono proprio “a permettere alla voce di Dio di entrare in noi per raccontare nuovamente quello che siamo e possiamo essere dinanzi al suo volto” e per questo non ci si può limitare a dei si che non costano nulla. E quindi secondo padre Pasolini, “tutte le annunciazioni che riceviamo nel viaggio della vita. Quando la luce di Dio riesce a mostrarci che dentro la paura per quello che ci attende è presente la fedeltà di una promessa eterna, nasce in noi la meraviglia e ci scopriamo capaci di pronunciare finalmente il nostro ‘eccomi’”.