Roma , giovedì, 3. maggio, 2018 18:00 (ACI Stampa).
La Polonia oggi è in festa. La Nazione di San Giovanni Paolo II ha celebrato infatti il centenario della riconquistata indipendenza. Ma quella odierna non è solo una festa statale, bensì anche religiosa: si celebra anche la festa di Maria Regina della Polonia.
La comunità polacca a Roma si è riunita nella Chiesa di San Stanislao per una Messa organizzata dall’Ambasciata di Polonia presso la Santa Sede e officiata dal Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto emerito della Congregazione per l’Educazione Cattolica.
“Questa è una festa statale: celebriamo il ricordo della prima costituzione polacca - ha detto il Cardinale Grocholewski ad ACI Stampa - la prima in Europa. Appena entrata in vigore, purtroppo, la Polonia è stata spartita da Prussia, Russia ed Austria. La Polonia ha perso così la sua indipendenza per oltre 120 anni. Quando abbiamo riconquistato l’indipendenza si è istituita la festa del 3 maggio: per noi era un simbolo della lotta per il bene, la libertà, la democrazia e la prosperità. Durante il comunismo era proibito festeggiare il 3 maggio. Dopo il comunismo siamo tornati a celebrare questa festa. C’è poi un secondo aspetto. E’ una festa religiosa: quella di Maria Regina della Polonia. Questo titolo risale al 1565. Dopo la conquista dell’indipendenza all’indomani della Grande Guerra queste due feste si sono unite e vengono celebrate insieme. Abbiamo sempre lottato per questa festa”.
“Siamo sempre stati legati - ha aggiunto il porporato polacco - alla Santa Sede. Il governo comunista discriminava la Santa Sede, nella nostra storia la Santa Sede ci ha sempre difesi, anche quando non eravamo indipendenti. Paolo VI voleva venire in Polonia e il governo comunista non lo permise”.
“Io - ha concluso il Cardinale Grocholewski - auspico oggi una vera indipendenza. Nel passato la mancanza di indipendenza era una occupazione, una spartizione, un regime… L’indipendenza oggi è minacciata in altre forme subdole. Altre forze straniere vogliono imporre come dobbiamo pensare, quali valori dobbiamo avere, cosa dobbiamo insegnare: questa è violenza dell’indipendenza. Abbiamo certi valori e vogliamo difenderli”.