Per questo motivo, “è stato incoraggiato l’impegno nel promuovere la convivenza pacifica e la riconciliazione nazionale, nonché lo sforzo per porre fine a ogni tipo di violenza e rendere possibile il ritorno dei profughi alle loro case”.
Santa Sede e Repubblica Centrafricana hanno firmato il 6 settembre 2016 un accordo bilaterale in 21 articoli, che stabilisce le relazioni tra la Santa Sede, la Chiesa Cattolica e lo Stato e aree di comune interesse e cooperazione. Gli strumenti di ratifica dell’accordo sono stati consegnati dal Segretario di Stato vaticano al presidente durante l’incontro, con un atto che – spiega ancora la Sala Stampa – “ha perfezionato la procedura di scambio degli Strumenti di Ratifica del medesimo Accordo Quadro, avendo il Ministero degli Affari Esteri e dei Centrafricani all’Estero della Repubblica Centrafricana inviato in precedenza lo Strumento di Ratifica dalla Parte statale alla Nunziatura Apostolica a Bangui”.
Santa Sede e Repubblica Centrafricana hanno stabilito relazioni diplomatiche nel 1967, ma solo recentemente hanno accresciuto la cooperazione, tanto che Papa Francesco è stato in viaggio a Bangui nel novembre 2015, aprendovi la prima porta santa dell’Anno Santo della Misericordia dal lui proclamato, mentre per il presidente Touaderà quella di oggi è la seconda visita in Vaticano, dopo quella fatta ad aprile 2016 nel suo primo viaggio internazionale dopo l’elezione.
La Santa Sede ha una nunziatura apostolica a Bangui, e il nunzio è l’arcivescovo Santiago De Wit Guzman. Succedeva all’arcivescovo Franco Coppola, destinato nel 2016 al ruolo di “ambasciatore del Papa” in Messico. Non c’è, invece, un ambasciatore della Repubblica Centrafricana presso la Santa Sede.
Lo scorso 6 febbraio, il presidente Touaderà ha firmato a Karthoum un accordo di pace insieme a 14 gruppi armati, e i rappresentanti delle Nazioni Unite e dei Paesi che hanno contribuito a questo accordo. I negoziati erano stati avviati il 25 fennaio su iniziativa dell’Unione Africana e dell’ONU.
L’accordo di pace, definito da Touaderà “gusto ed equilibrato”, pone fine a un conflitto civile permanente che ha luogo dal 2013. Il conflitto nasce per il controllo delle ricchezze naturali del Paese – diamanti, oro e uranio – ed è stato portato avanti da gruppi armati che controllano dal 70 all’80 per cento del territorio della regione. In questi sei anni, erano stati firmati sette accordi di pace, ma nessuno aveva riportato alla stabilità.
Negli scorsi giorni, è stato inaugurato a Bangui un ospedale voluto da Papa Francesco, che ha inviato un videomessaggio. Il “Centro per la re-nutrizione terapeutica per i bambini malnutriti” e l’edificio ristrutturato del Complexe pediatrique formano l’unico ospedale pediatrico della Repubblica Centrafricana, uno dei Paesi a più basso indice di sviluppo umano al mondo (187° su 188). La situazione dei bambini è ovviamente peggiorata con il conflitto del 2016, e – secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il tasso di mortalità dei bambini sotto i 5 anni è del 17 per cento, mentre il tasso di mortalità sotto il primo anno di vita è dell’11 per cento.
I pazienti che accedono al pronto soccorso del Complexe Pédiatrique sono nell’80% casi urgenti e il 20% di questi richiedono ricoveri per cure continuative. La struttura cura ogni anno 70 mila bambini in urgenza, e 17 mila di questi vengono ammessi per continuare cure mediche e chirurgiche.
L’ospedale era stato costruito nel 1980, ed era molto danneggiato. Visitato da Papa Francesco nel 2015, questi aveva chiesto all’Ospedale Bambino Gesù di Roma di intervenire per rimettere a pieno regime l’ospedale, destinando al progetto 3 milioni di euro provenienti da donazioni più 750 mila euro ricavate da iniziative di solidarietà della Gendarmeria Vaticana e circa 1 milione di euro donato dalla diocesi di Novara. Ad inaugurare la struttura è andato anche il Cardinale Konrad Krajewski, capo dell’Elemosineria Apostolica. È anche con queste attività che opera la diplomazia pontificia.
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