Budapest , giovedì, 8. luglio, 2021 16:00 (ACI Stampa).
C’è un quadro, famosissimo, che ritrae il Cardinale Eugenio Pacelli, a Budapest, per il 38esimo Congresso Eucaristico Internazionale, inginocchiato a pregare davanti la corona. Un Congresso la cui preparazione era cominciata otto anni prima, arrivato in tempi in cui si sentiva già il profumo della guerra che sarebbe arrivata, in una Ungheria che stava ancora subendo il trauma della perdita dei suoi territori dopo il Trattato di Trianon. Una Ungheria cui Pio XI diede una attenzione particolare, inviando al Congresso Eucaristico il suo segretario di Stato, che sarebbe poi diventato Papa, alla guida di una delegazione di 14 dignitari vaticani. E quel quadro in preghiera di fronte alla corona avrebbe rappresentato, in fondo, una preghiera di fronte a un mondo che stava per essere distrutto.
Molto, al prossimo Congresso Eucaristico Internazionale di Budapest, parlerà di quel Congresso del 1938. A partire dall’inno, scritto da un monaco gesuita, Béla Bangha, che fu instancabile nel preparare il Congresso. L’idea del Congresso Eucaristico Internazionale comincia a nascere nel 1930, con l’Anno di Sant’Imre. Le celebrazioni per il 900esimo anniversario della morte del principe santo furono una prova generale, che ebbero una grande dimensione internazionale, confermando il primate Justinian Serédi che Budapest sarebbe potuta essere teatro di un Congresso Eucaristico Internazionale. E così fu, anche grazie al ritiro della candidatura di Varsavia, in nome dell’amicizia ungherese-polacca.
L’organizzazione fu imponente: furono restaurate 14 chiese, riorganizzata Piazza degli Eroi, drenato il Lago di Városligeti. Ci fu una grande preparazione spirituale della nazione, con un anno di incontri di preghiera, fino al 23 maggio 1938, quanco cominciò la serie di cerimonie. E fu in quel giorno che il Cardinale Eugenio Pacelli arrivò in treno a Budapest insieme alla delegazione pontificia, accolto dal primo ministro Béla Imrédy, dal conte Pál Teleki, ministro della religione e della pubblica istruzione, Bálint Hóman, ministro senza portafoglio, e diversi altri membri del governo, anche i presidenti della camera alta e il comandante in capo dell'esercito, nonché da tutti i vescovi ungheresi. E subito, dopo i primi saluti, gli ecclesiastici si sono recati nella chiesa di San Mattia, dove è stata letta la bolla di nomina a legato pontificio.
Il giorno successivo, 24 maggio, si tenne un ricevimento in onore della delegazione papale
Il 25 maggio 1938, sotto la pioggia battente, la gente iniziò a radunarsi in Piazza degli Eroi. Non sembrava esserci possibilità di un momento migliore. Ma a mezzogiorno non solo smise di piovere, ma il cielo si schiarì e venne un sole splendente. C’erano circa 200 mila persone, e tutte pronunciarono il nome di Gesù. Alle 5 del pomeriggio tutte le campane delle chiese cattoliche di Budapest hanno suonato contemporaneamente, annunciando al mondo l’inizio del Congresso Eucaristico internazionale. Fu allora che i sommi sacerdoti cattolici partirono dal castello di Vajdahunyad verso Piazza degli Eroi. Nella sua messa di apertura, Justinian Serédi ha spiegato il significato di “vinculum caritatis” (il vincolo d'amore) scelto come motto del congresso.