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La chiesa a Roma dedicata alla Beata Vergine Regina dei cuori

Una chiesa, quasi nascosta, retta dai padri Monfortani, a Roma. La Teologia diventa architettura.

La chiesa della Vergine Regina dei cuori a Roma | La chiesa della Vergine Regina dei cuori a Roma | Credit AT/ACISTAMPA La chiesa della Vergine Regina dei cuori a Roma | La chiesa della Vergine Regina dei cuori a Roma | Credit AT/ACISTAMPA

Una memoria troppe volte dimenticata quella della Beata Vergine Maria Regina. Eppure dietro ad essa si nasconde un tesoro prezioso tutto da scoprire e riscoprire. La memoria liturgica è stata istituita da Papa Pio XII , nel 1955. Dopo la riforma seguita al Vaticano II, è stata collocata al 22 agosto, giorno conclusivo dell'ottava della solennità di Maria assunta in Cielo. La Vergine è proposta come modello e segno di speranza per tutti i cristiani che, già rivestiti della dignità regale del Signore nel Battesimo, sono chiamati a regnare eternamente con lui. Questo titolo di “Regina” fu attribuito a Maria fin dall'antichità dal popolo cristiano che la saluta con questo appellativo specialmente nella “Salve Regina” e nelle serie finale delle litanie lauretane.  Al mistero della Vergine Maria appartiene la dignità regale della sua piena glorificazione e della perfetta conformazione a Suo Figlio, Re di tutti i secoli.  E' il Concilio Vaticano II a dirci, infatti, che Maria, dopo aver finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste con il suo corpo e con la sua anima, ed esaltata come Regina dell'universo, perché fosse più pienamente conformata a Gesù. Tra gli elementi che costituiscono la dignità regale della Vergine Maria, i testi liturgici ne celebrano particolarmente quattro: l'umiltà; la funzione materna; la supplice intercessione e il segno della futura gloria della Chiesa. 

Ed è proprio a questo titolo speciale, “Regina”, che è dedicata una chiesa a Roma, quasi nascosta. Ci troviamo al centro di Roma: in via Romagna, una piccola viuzza che sembra quasi nascondersi fra palazzi umbertini e moderni uffici. Davanti a noi si erge la facciata della chiesa, piccola, sobria ma che - al contempo - conserva un “qualcosa” di maestoso: è lo specchio della regalità della Vergine Maria. La chiesa è retta dai Monfortani. Ha una storia del tutto affascinante. La sua fondazione passa per una data specifica: quella dell'8 dicembre, festa dell'Immacolata. Infatti, l'8 dicembre del 1903 ha luogo la benedizione e la posa della prima pietra del futuro santuario; e, dopo un anno esatto, l'8 dicembre 1904, si ha la sua inaugurazione, nel cinquantesimo anniversario della definizione del dogma della Immacolata Concezione di Maria. Tutto qui ci parla di Maria: soprattutto le bellissime vetrate che circondano la chiesa. 

 

Sopra l'ingresso del Santuario, all'interno, è possibile subito notare una bifora con due sopra immagini che riescono bene a sintetizzare il termine “Regina”. La vetrata di destra è dedicata al mistero del Cristo Re. In questa vetrata troviamo un tondo in cui è inscritto il busto del re Davide con la corona in testa e avvolto nel manto; regge nella destra un'arpa - è ritenuto l'autore dei Salmi - e con la sinistra tiene il lembo di un rotolo dispiegato, su cui si legge: “Ego autem constitutus sum rex ab eo – Io sono stato costituito re da Lui”. L'espressione è tratta dal Salmo numero due, che canta profeticamente il Re Messia. 

 

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La figura del Cristo occupa la parte centrale della vetrata: rivestita di tunica e calzari, avvolta in un ricco mantello regale, nella mano destra, benedicente, impugna lo scettro e con la sinistra regge il globo , simbolo del mondo soggetto alla sua signoria. Lo sormonta - infatti - una croce aurea, strumento della vittoria pasquale: innalzato sulla croce, Gesù attira tutti a sé. Il segno della croce è presente nel tondo superiore della vetrata, in cui è raffigurato un angelo a grandi ali spiegate, che mostra la croce, “strumento di morte e di gloria” come canta la liturgia. 

 

E a sinistra, invece, troviamo in maniera speculare un'altra immagine: questa volta ci parla di Maria, o meglio, della sua regalità. Nel tondo inferiore è ritratto il Montfort, che stringe in mano un grande rosario. Lo circonda una scritta che dice: “Ut adveniat regnum tuum, adveniar regnum Mariae – Affinchè venga il tuo regno (Signore, è sottinteso) venga il regno di Maria!”. Questa espressione - presa dal “Trattato della vera devozione a Maria” scritto dal santo francese - pone l'accento sul pensiero monfortano secondo cui il riconoscimento della signoria di Maria riesce a condurci più facilmente ad accogliere il regno di Cristo nel proprio cuore. Maria è presentata col capo velato e incoronato. E' rivestita, sotto la tunica regale, con un abito trapuntato; il manto è riccamente ornato. Nella mano destra impugna lo scettro regale e nella sinistra sostiene un globo - come Gesù - sormontato da una croce.