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La casa di Nazaret e la "venuta a Loreto" fede e archeologia

Alessio Santinelli racconta le ‘sacre pietre di Loreto’

La Santa Casa |  | Delegazione di Loreto
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La Copertina del Libro |  | Delegazione di Loreto
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La festa liturgica della Madonna di Loreto ricorre il 10 dicembre, in ricordo della data dell’arrivo della Santa Casa di Nazareth a Loreto, le cui origini di questa traslazione della Casa dalla Palestina alla città marchigiana, risalgono al 1296, quando in una visione ne era stata indicata l’esistenza e l’autenticità ad un eremita, fra’ Paolo della Selva e da lui riferita alle Autorità. Ciò è narrato da una cronaca del 1465, redatta da Pier Giorgio di Tolomei, detto il Teramano, che a sua volta l’aveva desunta da una vecchia ‘tabula’ consumata, risalente al 1300:

“L’alma chiesa di santa Maria di Loreto fu camera della casa della gloriosissima Madre del nostro Signore Gesù Cristo… La quale casa fu in una città della Galilea, chiamata Nazaret. E in detta casa nacque la Vergine Maria, qui fu allevata e poi dall’Angelo Gabriele salutata; e finalmente nella stessa camera nutrì Gesù Cristo suo figliuolo… Quindi gli apostoli e discepoli consacrarono quella camera in chiesa, ivi celebrando i divini misteri…

Ma dopo che quel popolo di Galilea e di Nazaret abbandonò la fede in Cristo e accettò la fede di Maometto, allora gli Angeli levarono dal suo posto la predetta chiesa e la trasportarono nella Schiavonia, posandola presso un castello chiamato Fiume (1291). Ma lì non fu affatto onorata come si conveniva alla Vergine… Perciò da quel luogo la tolsero nuovamente gli Angeli e la portarono attraverso il mare, nel territorio di Recanati (1294) e la posero in una selva di cui era padrona una gentildonna chiamata Loreta; da qui prese il nome la chiesa: ‘Santa Maria di Loreta…”.

Inizia da qui il libro ‘Le sacre pietre di Loreto’ scritto dall’archeologo Alessio Santinelli, che narra gli studi di un giovane archeologo, che compie un viaggio alla scoperta della Santa Casa di Loreto. Iniziato quasi ‘per gioco’, l’autore si è messo sulle tracce della verità storica del sacello lauretano,che partendo da come appare oggi, servendosi delle considerazioni archeologiche, dei risultati degli scavi archeologici e delle analisi scientifiche, ha compiuto un cammino a ritroso nella storia fino a comprendere che la tradizione ha la sua parte di verità.

Nei graffiti incisi individua la chiave  di volta per risolvere il mistero sulla datazione, la provenienza e il trasporto delle sacre pietre lauretane: “La devota tradizione narra che la traslazione della Santa Casa da Nazareth fino a Loreto sia opera degli angeli. Una seconda interpretazione storica mette in risalto che nel 1291 i crociati furono espulsi dalla Terrasanta per opera dei mussulmani e che alcuni cristiani salvarono dalla distruzione la casa della Madonna, trasportandola prima nell’antica Illiria, in una località, di cui il santuario di Tersatto fa memoria. Successivamente nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1294 fu trasportata nell'antico comune di Recanati, prima presso il porto, poi su un colle in una via pubblica, dove tutt'ora è custodita”.

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Per quale motivo per cui le pietre della Santa Casa di Loreto sono sacre?

“Le pietre della Casa di Loreto sono sacre perché provengono da Nazareth, dal luogo in cui Cristo si è incarnato e prima ancora dove l’angelo Gabriele ha portato l’annuncio a Maria. Quindi queste pietre sono state protagoniste del mistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio ed, a distanza di 2000 anni, di questo evento miracoloso, che si ritrova inciso anche nei graffiti”.

Perché la Santa Casa arrivò a Loreto?

“Del fatto che da Nazareth la Santa Casa è arrivata a Loreto ci addentriamo nelle congetture, per il motivo per cui abbiamo pochissimi dati storici a nostra disposizione. Ovviamente c’è stato un trasporto e c’è chi parla della miracolosa traslazione angelica attraverso alcune tappe; c’è chi racconta che c’è stato un trasporto umano, quindi se vogliamo seguire le vicende umane dobbiamo comprendere in quali modi le vicissitudini storiche hanno portato la Santa Casa da Oriente ad Occidente attraverso eventi, che hanno consentito lo sbarco nel territorio marchigiano, perché in quel momento il vicario del papa era mons. Salvo, vescovo di Recanati, per cui troviamo la Casa di Nazareth su un colle nel territorio di un vescovo, che era vicario del papa”.

Per quale motivo la Santa Casa, che è a Loreto, è autentica?

“A mio modesto parere, la Santa Casa è autentica almeno per un motivo: possiamo addurre molte prove; ma la prova schiacciante sono i graffiti, che prima di tutto certificano che la Santa Casa è arrivata da Nazareth, perché trova confronti puntuali ed autentici soltanto con i graffiti della Terra Santa ed i graffiti, trovati negli strati più bassi obliterati dalla Chiesa bizantina nel V secolo d.C. Quindi abbiamo la certezza. Poi la lavorazione delle pietre. Secondo i graffiti collocati nelle pareti, graffiti capovolti e numerati, che confermano un trasporto umano. Per me il dato dei graffiti è eccezionale per comprendere l’autenticità della Santa Casa, che è stata trasportata con un ‘trasporto’ umano”.

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In quale modo l’archeologia può rendere ‘gloria’ alla fede?

“L’archeologia, che è una scienza, guarda il dato. Io, archeologo, guardo alla pietra; pertanto queste pietre (la loro muratura e la loro posizione all’interno del pavimento murario ed i graffiti) parlano di una loro originalità. Assolutamente non si può descriverla come una chiesetta di campagna con mattoni presi dal colle lauretano, come qualcuno ha insinuato, perché non si spiegherebbero tantissimi particolari che osserviamo nella santa Casa di Loreto, come quelli relativi alle tre pareti originali”.