Roma , giovedì, 24. novembre, 2016 16:00 (ACI Stampa).
L’idea di un piano strategico rivolto all’Africa per regolare i flussi di immigrazione e l’idea di una intera giornata di incontri sulla situazione degli Stati del continente africano. La situazione in Medio Oriente, con la difficile situazione siriana. L’impegno delle minoranze cristiane nella costruzione di una società per il bene comune. Sono i temi dell’incontro tra Santa Sede e Italia, un bilaterale che ha luogo periodicamente, anche se per la prima volta viene raccontato in una conferenza stampa. Italia e Santa Sede, vicine geograficamente e anche sullo scacchiere internazionale.
Così, il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni e il suo omologo vaticano, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, si presentano davanti ai giornalisti per raccontare di cosa hanno parlato. Il ciclo di incontri è iniziato circa un anno fa, e l’ultimo c’è stato qualche settimana fa in Vaticano. Non sono stati molto pubblicizzati. Non servono a parlare delle relazioni bilaterali tra i due Stati. Servono soprattutto a comprendere come i due Stati possano cooperare insieme sullo scacchiere internazionale.
E un occhio particolare va alla Santa Sede, tra le diplomazie più antiche del mondo, il cui nunzio ha diritto di decanato nel corpo diplomatico di tutti gli Stati in cui c'è una rappresentanza pontificia. Sono solo 15 le nazioni che non hanno rapporti diplomatici con la Santa Sede, e tra queste c’è il Vietnam. Con il quale però i rapporti sono stati stretti, c’è una commissione mista che si incontra periodicamente, e soprattutto il presidente vietnamita, Tran Dai Quang, c’è stato un incontro proprio alla vigilia del bilaterale.
Per questo, l’arcivescovo Gallagher si concede di andare fuori tema: spiega che, dopo l’incontro con il Papa, il presidente vietnamita è andato a colloqui con il Segretario di Stato, che la sua presenza è “indicazione di buone relazioni”, che il percorso è “un lungo cammino”, ci sono già “scambi di delegazioni per discutere di questioni di mutuo interesse”, e la Santa Sede ha apprezzato la nuova legge sulla libertà religiosa in Vietnam – era uno dei nodi più spinosi degli ultimi colloqui – perché la sua elaborazione ha avuto anche la partecipazione della conferenza episcopale vietnamita.
“Come in tutti i rapporti – afferma l’arcivescovo Gallagher – ci sono a volte difficoltà, problemi, tensioni. Ma dobbiamo mantenere un dialogo. I rapporti tra Santa Sede e Vietnam vanno nella buona direzione e noi accompagniamo i fedeli in Vietnam.”