Città del Vaticano , lunedì, 1. luglio, 2019 12:05 (ACI Stampa).
Il sigillo del segreto della confessione è inviolabile sempre e comunque, e nessun brama di informazione o legge civile può cambiare questa che è la sua natura evangelica.
In poche parole è questo che si legge nella nota della Penitenziaria Apostolica sull’importanza del foro interno e l’inviolabilità del sigillo sacramentale pubblicata oggi.
La nota è firmata dal Cardinale Piacenza, Penitenziare Maggiore e dal reggente il vescovo Nykiel. "La Penitenzieria Apostolica- spiega il Cardinale- che da otto secoli è il Tribunale Apostolico deputato alla trattazione delle materie che concernono il foro interno, conosce bene l’inestimabile valore del segreto sacramentale, della riservatezza, dell’inviolabilità della coscienza. Nell’elaborare la Nota che ora si presenta, essa ha inteso porsi al servizio di Pietro, della Chiesa e di ogni uomo di buona volontà, ribadendo l’importanza e favorendo una migliore comprensione di tali concetti che attualmente appaiono largamente incompresi o addirittura, in taluni casi, avversati".
Nella introduzione alla nota il cardinale Piacenza è molto chiaro e spiega le necessità di questo chiarimento magisteriale a causa della “ipertrofia comunicativa”. Scrive Piacenza: “Si è diffusa negli ultimi decenni una certa “bramosia” d’informazioni, quasi prescindendo dalla loro reale attendibilità e opportunità, al punto che il “mondo della comunicazione” sembra volersi “sostituire” alla realtà, sia condizionandone la percezione, sia manipolandone la comprensione.
Da questa tendenza, che può assumere i tratti inquietanti della morbosità, non è immune, purtroppo, la stessa compagine ecclesiale, che vive nel mondo e, talvolta, ne assume i criteri. Anche tra i credenti, di frequente, energie preziose sono impiegate nella ricerca di “notizie” – o di veri e propri “scandali” – adatti alla sensibilità di certa opinione pubblica, con finalità e obiettivi che non appartengono certamente alla natura teandrica della Chiesa. Tutto ciò a grave detrimento dell’annuncio del Vangelo a ogni creatura e delle esigenze della missione. Bisogna umilmente riconoscere che talvolta nemmeno le fila del clero, fino alle più alte gerarchie, sono esenti da questa tendenza”.