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Il Segretario della Congregazione delle Chiese Orientali torna a casa

L’arcivescovo Cyril Vasil, finora segretario della Congregazione, torna nella sua città natale. Amministrerà l’eparchia di Kosice

Arcivescovo Cyril Vasil' | L'arcivescovo Cyril Vasil, nuovo amministratore apostolico dell'Eparchia di Kosice | Archivio CNA Arcivescovo Cyril Vasil' | L'arcivescovo Cyril Vasil, nuovo amministratore apostolico dell'Eparchia di Kosice | Archivio CNA

Torna a casa il numero due della Congregazione delle Chiese orientali. L’arcivescovo Cyril Vasil, gesuita, dal 2009 segretario della congregazione, diventa Amministratore Apostolico sede plena dell’Eparchia di Kosice (sua città natale) per i cattolici di rito bizantino. Probabile fosse questo il tema dell’udienza privata che gli ha concesso Papa Francesco lo scorso 18 gennaio.

La scelta di Papa Francesco si inserisce nell’idea della riforma della Curia che tutti gli incarichi di cinque anni, rinnovabili per una volta sola. In più, la nomina di Vasil come amministratore apostolico (senza, quindi, sostituire l’attuale eparca, il redentorista Milan Chautur) lascia pensare ad una ulteriore riorganizzazione della Chiesa greco cattolica slovacca.

L’arcivescovo Vasil, classe 1965, è figlio di un sacerdote della Chiesa Greco Cattolica Slovacca, che al tempo della sua nascita viveva nelle catacombe, soppressa dal regime cecoslovacco.

Battezzato secondo il rito romano, Vasil studia alla facoltà di teologia Cirillo e Metodio dell’Università di Bratislava e viene ordinato sacerdote nel 1987. In quell’anno, espatria illegalmente dalla Cecoslovacchia (e per questo è condannato in contumacia a due anni di carcere) per stabilirsi a Roma e studiare presso il Pontificio Istituto Orientale.

Nel 1990 entra a far parte dei gesuiti, e poi presta servizio come assistente ecclesiastico dei gruppi scout di Roma e poi, per tre anni, assistente federale della Associazione Italiana guide e scouts d’Europa Cattolici, incarico dal quale darà impulso anche alla nascita dell’associazione slovacca.

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Nel 2002 è nominato decano della Facoltà di Diritto Canonico Orientale presso il Pontificio Istituto Orientale, e diventa poi rettore dello stesso istituto nel 2007.

Nel 2009, Benedetto XVI lo nomina segretario della Congregazione per le Chiese orientali. Tra i suoi incarichi in Vaticano, quello di membro del Collegio per l’esame dei ricorsi in materia di delicta reservata istituito presso la Congregazione della Dottrina della Fede.

Ora, l’arcivescovo Vasil torna a casa. La Chiesa Greco Cattolica Slovacca si forma a partire dall’Unione di Uzhorod del 1646, e la sua storia si è intrecciata per secoli con quella della Chiesa Greco Cattolica Rutena.

Alla fine della Prima Guerra Mondiale, la maggior parte dei ruteni e slovacchi di rito bizantino si trovavano nel territorio cecoslovacco. Molti di questi cattolici di rito bizantino “migrarono” verso la Chiesa ortodossa cecoslovacca tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.

Sede primaziale è l’eparchia di Presov, eretta nel 1818 e resa soggetta direttamente alla Santa Sede nel 1937. L’eparchia di Mukachevo, altro territorio diocesano, fu invece annessa all’Unione Sovietica dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Nel 1950, ci fu a Presov uno pseudo sinodo in cui cinque preti ed alcuni laici firmarono un documento che dichiarava interrotta l’unione con Roma e si chiedeva di essere ricevuti nella giurisdizione del patriarcato di Mosca. I vescovi greco cattolici Pavel Peter Goidic e Vasil’ Hoko furono incarcerati, e Goidic fu anche ucciso: entrambi furono beatificati da Giovanni Paolo II.

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La Chiesa Greco cattolica continuò ad operare clandestinamente durante la soppressione, e poté ornare alla luce solo durante la Primavera di Praga del 1968, quando 205 parrocchie su 292 votarono per ristabilire l’unione con Roma, sebbene la maggior parte degli edifici di culto restò in mano alla Chiesa ortodossa. Fu una delle poche riforme della Primavera di Praga a rimanere in piedi dopo la restaurazione sovietica.

Solo dopo la rivoluzione di Velluto e la divisione della Cecoslovacchia in Repubblica Ceca e Slovacchia sono state restituite le proprietà alla Chiesa greco cattolica slovacca.

Nel 1993, fu eretto un vicariato apostolico per i greco cattolici in Repubblica Ceca, elevato nel 1996 ad esarcato apostolico. L’esarcato apostolico di Kosice fu stabilito nel 1997 da Giovanni Paolo II.

Nel 2008, Benedetto XVI ha riorganizzato la Chiesa greco-cattolica slovacca rendendola una chiesa metropolitana sui iuris con l'elevazione ad arcieparchia metropolitana dell’eparchia di Presov, l’elevazione dell’esarcato apostolico di Kosice ad eparchia e l’erezione dell’eparchia di Bratislava. Il territorio dell’eparchia di Kosice è suddiviso in 94 parrocchie.

Il ritorno dell’arcivescovo Vasil’ in Slovacchia lascia pensare ad una ulteriore riorganizzazione della Chiesa Greco Cattolica Slovacca. Si è persino parlato di una nuova Chiesa orientale dei ruteni, un arcivescovado maggiore che includerebbe le tre eparchia di Presov, Bratislava e Kosice, che riunirebbe slovacchi, croati, ungheresi di rito greco-cattolico, con in più l’annessione di una diocesi ucraina, quella di Mukachevo per un totale di circa 200 mila fedeli.