Roma , lunedì, 16. ottobre, 2023 10:00 (ACI Stampa).
“L’umanità ha sempre sognato i robot, sin dai tempi antichi. Storicamente, i robot, originariamente chiamati automi, sono stati concepiti come prodotti della tecnologia insieme alla fede. Il connubio tra robot e religione si è consumato negli ultimi due secoli, quando scienza e religione si sono separate, e da allora in genere sono state viste in opposizione. Oggi, mentre i robot e l’IA iniziano a diffondersi nella società, nuove possibilità e nuove sfide etiche sono all’orizzonte”.
Così nella rivista ‘Filosofia’ inizia un articolo scientifico, ‘Il robot SanTO: il nuovo con uno sguardo al passato’, di Gabriele Trovato, docente associato all’Innovative Global Program del Shibaura Institute of Technology di Tokyo in Giappone, che ha creato il primo robot, che aiuta il fedele nella ricerca di un passo biblico o di una preghiera, basato sulla ‘semplicità’ della nonna, nato cinque anni prima presso l’Università Pontificia di Lima, in cui si sviluppa il prototipo:
“Ma l’idea mi è venuta in Giappone, mentre approfondivo lo studio del design dei robot, per meglio adattarli alle diverse culture. Da lì alla religione il passo è stato breve. Stavo preparando un volto artificiale che sembrasse il più giapponese possibile.
Un robot non solo antropomorfo, insomma, ma dotato anche di un elemento soprannaturale. Ebbene mi sono chiesto: come si potrebbe traslare il concetto sul cristianesimo? Ho risposto progettando un robot fatto a immagine e somiglianza di un santo, che fosse capace di rispondere alle domande sulla fede e di pregare insieme al suo utente”.
Dal docente ci facciamo spiegare il robot ‘San.To’: “SanTO (acronimo di SANctified Theomorphic Operator) è un robot che ha l’aspetto di una statua di un santo in una nicchia. Il suo ruolo è quello di un compagno di preghiera, che può leggere la Bibbia, proporre preghiere, citare passi relativi a una serie di tematiche, e raccontare la storia dei santi dell’anno. Il suo design è un’unione tra ingegneria e arte sacra, che coinvolge la sezione aurea e si basa su uno stile neoclassico. Di fatto, è il primo robot cattolico ad essere creato. L’unico predecessore è il ‘monaco meccanico’ del XVI Secolo, commissionato da Filippo II di Spagna”.