Città del Vaticano , domenica, 27. settembre, 2020 12:19 (ACI Stampa).
"L’obbedienza non consiste nel dire sì o no, ma nell’agire, nel coltivare la vigna, nel realizzare il Regno di Dio. Con questo semplice esempio, Gesù vuole superare una religione intesa solo come pratica esteriore e abitudinaria, che non incide sulla vita e sugli atteggiamenti delle persone". E' questo il cuore dell'Angelus odierno di Papa Francesco, che dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano ripercorre il Vangelo di oggi, la parabola dei due figli.
"Gli esponenti di questa religiosità di facciata, che Gesù disapprova, erano in quel tempo i capi dei sacerdoti e gli anziani del popoloi quali, secondo l’ammonizione del Signore, nel Regno di Dio saranno sorpassati dai pubblicani e dalle prostitute. Gesù dice saranno i peccatori a precedervi nel Regno dei Cieli. Questa affermazione non deve indurre a pensare che fanno bene quanti non seguono i comandamenti di Dio e la morale, e dicono: tanto, quelli che vanno in Chiesa sono peggio di noi! Non è questo l'insegnamento di Gesù. Gesù non addita i pubblicani e le prostitute come modelli di vita, ma come privilegiati della Grazia, io vorrei sottolineare questa parola perchè la conversione è una grazie, che Dio offre a chiunque si apre e si converte a Lui. Infatti queste persone, ascoltando la sua predicazione, si sono pentite e hanno cambiato vita", dice il Papa prima di recitare la preghiera mariana.
"Dio è paziente con noi: non si stanca, non desiste dopo il nostro no; ci lascia liberi anche di allontanarci da Lui e di sbagliare. Pensiamo alla pazienza di Dio, è meraviglioso", sottolinea il Pontefice riferendosi alla figura del primo figlio che dice no al Padre e che poi si converte al si.
"Chi si converte a questa scelta, dopo aver sperimentato il peccato, troverà i primi posti nel Regno dei cieli - ne è sicuro Francesco - dove c’è più gioia per un solo peccatore che si converte che per novantanove giusti".
Papa Francesco continua: "Ma la conversione è un processo di purificazione dalle incrostazioni morali; per questo non è mai indolore. Non c’è santità senza rinuncia e senza combattimento spirituale. La conversione è una grazia che dobbiamo chiedere sempre".
Dopo la preghiera mariana, il Papa passa ai consueti appelli e saluti e il primo è per il Caucaso. "Sono giunte recenti notizie di scontri nell'area del Caucaso, prego per la pace nel Caucaso e chiedo alle parti in conflitto di compiere gesti concreti di buona volontà e fratellanza che possano portare a risolvere problemi non con l'uso della forza e delle armi. ma per mezzo del dialogo e del negoziato. Preghiamo insieme in silenzio per la pace nel Caucaso", dice il Papa.