Città del Vaticano , giovedì, 21. novembre, 2024 13:00 (ACI Stampa).
Papa Francesco ha ricevuto questa mattina in Udienza i partecipanti alla prima Assemblea Plenaria del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, sul tema: “Passiamo all'altra riva”, dal 19 al 21 novembre 2024. "Colgo questa occasione per ribadire l’importanza del rischio di mettere insieme questo binomio: cultura ed educazione", dice subito il Papa.
"Il mondo non ha bisogno di ripetitori sonnambuli di quello che c’è già; ha bisogno di nuovi coreografi, di nuovi interpreti delle risorse che l’essere umano si porta dentro, di nuovi poeti sociali. Infatti, non servono modelli di istruzione che siano mere “fabbriche di risultati”, senza un progetto culturale che permetta la formazione di persone capaci di aiutare il mondo a cambiare pagina, eradicando la disuguaglianza, la povertà endemica e l’esclusione", commenta il Papa.
"Questo dovrebbe diventare il criterio base di discernimento e di conversione per le nostre pratiche culturali ed educative: la qualità delle attese", ne è convinto Papa Francesco.
"Comprendete la vostra missione nel campo educativo e culturale come una chiamata ad allargare gli orizzonti, a traboccare di vitalità interiore, a fare spazio a possibilità inedite, a elargire le modalità del dono che solo diventa più ampio quando viene condiviso. A un educatore e a un artista il nostro dovere è dire: “Siate copiosi, rischiate!”, questo il consiglio del Pontefice.
Per il Papa "siamo eredi delle profondità di Agostino. Siamo eredi della poesia di Efrem il Siro. Siamo eredi delle Scuole delle Cattedrali e di chi ha inventato le Università. Di Tommaso d’Aquino e di Edith Stein. Siamo eredi di un popolo che ha commissionato le opere del Beato Angelico e di Mozart o, più recentemente, di Mark Rothko e di Olivier Messiaen. Siamo eredi degli artisti e delle artiste che si sono lasciati ispirare dai misteri di Cristo. Siamo eredi di scienziati sapienti come Blaise Pascal. In una parola, siamo eredi della passione educativa e culturale di tante Sante e tanti Santi".