Città del Vaticano , mercoledì, 16. marzo, 2022 8:30 (ACI Stampa).
Prima dell’Udienza Generale, Papa Francesco si reca in Basilica Vaticana per salutare gli studenti della Scuola “La Zolla” di Milano. Il Papa, poi, a braccio, prega per tutti i ragazzi ucraini.
La Scuola Zolla è gestita interamente da laici e fa parte delle Opere Educative e compie 50 anni.
"Sono contento di accogliervi e rivolgo un cordiale saluto a voi, ai vostri genitori e ai vostri insegnanti. La vostra scuola di ispirazione cristiana è una realtà preziosa per il territorio milanese e offre un apprezzato servizio educativo in collaborazione con le famiglie. È importante costruire una comunità educante in cui, insieme ai docenti, i genitori possano essere protagonisti della crescita culturale dei loro figli. E' importante questo patto educativo, genitori e insegnanti", commenta il Papa.
"A voi ragazzi vorrei lasciare due parole che mi vengono dal cuore: condivisione e accoglienza. Mi avete sentito o dormite? Condivisione: non stancatevi di maturare insieme alle persone che vi vivono accanto: i compagni di scuola, i genitori, gli educatori, gli amici. C’è bisogno di fare squadra, di crescere non solo nelle conoscenze, ma anche nel tessere legami per costruire una società più solidale e fraterna. Perché la pace, di cui abbiamo tanto bisogno, si costruisce artigianalmente nella società, nella scuola, attraverso la condivisione", dice ancora il Pontefice.
"La seconda parola: accoglienza. Il mondo d’oggi mette tante barriere tra le persone. E il risultato delle barriere sono le esclusioni, lo scarto. Anche a scuola delle volte c'è qualche compagno o compagna strano, che non ci piace, mai scartarlo, mai fare i bulli. Uguali. Un po antipatico poveretto, ma non scartare nessuno per favore. Ci sono barriere tra Stati, tra gruppi sociali, ma anche tra le persone. E spesso pure il telefono che continuate a guardare diventa una frontiera che vi isola in un mondo che avete a portata di mano. Quanto è bello invece guardare negli occhi le persone, ascoltarne la storia e accoglierne l’identità; generare, attraverso l’amicizia, ponti con fratelli e sorelle di tradizioni, etnie e religioni diverse. Solo facendo così costruiremo, con l’aiuto di Dio, un futuro di pace e di speranza", conclude Francesco.