L’unanimità, o il consenso, sono stati già espressi da tutte le Chiese Ortodosse a gennaio 2016, e anche a marzo 2014, quando tutte le Chiese si sono accordate per convenire in Concilio nella festa di Pentecoste di quest’anno. L’unanimità o il consenso sono state rotte arbitrariamente, indipendentemente e ingiustificabilmente dalle Chiese che hanno cambiato idea nell’ “undicesima ora”.
Credo che non dobbiamo mai perdere di vista l’ultimo obiettivo del Concilio, che è il lento e difficile processo verso l’unità. E dobbiamo sempre ricordare che l’unità è un obiettivo, non un punto di partenza. L’unità è la fine, e non l’inizio.
La sola ragione per cui il Grande e Santo Concilio si sta tenendo, dopo più di 60 anni di pianificazione, è perché tutti (e sottolineo tutti) i Primati si sono detti d’accordo a farlo nel 2014 durante la loro Sinassi a Costantinopoli e lo hanno riaffermato (con tanto di firme!) a gennaio 2016, durante l’ultima sinassi che si è tenuta a Chambesy. Per questo, sottolineare che il Patriarca Ecumenico sta convocando il Grande e Santo Sinodo senza il consenso di tutte le Chiese è semplicemente non vero e mistificatorio.
I documenti che vengono messi in discussione sono stati firmati da tutti i partecipanti nella Sinassi di Chambesy di gennaio. Allora, cosa è cambiato nel frattempo?
Questo è proprio quello che ha sorpreso tutti, specialmente tutte le Chiese Ortodosse che hanno mantenuto la loro parola e parteciperanno al Grande e Santo Concilio. Perché assolutamente niente è cambiato, come assolutamente niente è traspirato dalla Sinassi dei Primati che si è tenuta a Chambesy il 28 gennaio 2016 a questo mese quando le Chiese hanno cambiato idea. Se le persone sapessero quante firme tutte le Chiese, senza eccezione alcuna, hanno apposto, documento dopo documento, traduzione dopo traduzione – letteralmente centinaia di firme di ciascuna Chiesa riguardo i documenti e le decisioni prese sul Grande e Santo Concilio – sarebbero davvero scandalizzati, credo.
Per questo, le persone sono rimaste sorprese e scioccate che le Chiese di Bulgaria, Georgia, Antiochia e Russia hanno ritirato la loro partecipazione all’ultimo minuto, dopo quattro mesi, a meno di due settimane dall’apertura del Concilio. La Chiesa di Russia ha cambiato idea solo 48 ore prima l’atteso arrivo della sua delegazione a Creta con il Patriarca Kirill.
Si può dire che il Grande e Santo Concilio non è più un Concilio “pan-ortodosso”?
Può anche essere che non tutte le Chiese partecipino al Grande e Santo Concilio, ma trovo molto difficile non chiamarlo “Pan-Ortodosso”. Il motivo è che, in questo caso particolare, come ho spiegato, c’è stata una decisione pan-ortodossa e un consenso di radunare e partecipare al Concilio. Sfortunatamente, per vari ragioni, alcune Chiese hanno deciso all’ultimo minuto che non possono partecipare. Tuttavia, questo non cambia la validità Pan-Ortodossa del Concilio o l’autorità Pan-Ortodossa delle sue decisioni. Soprattutto, ci riferisce al Concilio soprattutto come “Grande Concilio” perché è senza dubbio maggiore espressione di autorità di qualunque sinodo locale.
È il sogno di un Concilio realmente pan-ortodosso troppo lontano per una Ortodossia così divisa?
È stato un sogno per più di 100 anni, ed è stato pianificato per oltre 60 anni. Ma il sogno sta per diventare realtà negli utltimi giorni a Creta. Rappresentanti delle Chiese Ortodosse sono arrivate circa una settimana fa per preparare la bozza del messaggio del Concilio, che i Primati Ortodossi revisioneranno prima di riferirlo ai vescovi dello stesso Concilio. La storia non è sempre scritta con suoni rumorosi. Lo Spirito Santo “respira dove vuole” e spesso lo fa in maniera silenziosa e gentile. E per questo, per grazia dello Spirito Santo, il Grande e Santo Concilio sarà la più grande e più rappresentativa riunione delle Chiese Ortodosse – riunite attraverso una decisione e un consenso Pan-Ortodossi – che si è tenuta in circa mille anni.
Quali sono le decisioni che può fare questo Concilio?
È la speranza di molti fedeli ortodossi nel mondo che il Concilio focalizzi la sua attenzione delle Chiese fuori dalle mere preoccupazioni locali e parrocchiali verso una prospettiva più ampia della vita di Chiesa. Allo stesso tempo, non c’è dubbio che i temi globali che colpiscono il mondo saranno anche una parte centrale e critica delle discussioni al Grande e Santo Concilio. Tutti i Patriarcati più antichi (Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme), così come l’antica Chiesa di Cipro, stanno affrontando la tragedia della persecuzione e del martirio tra i fedeli. Sono le Chiese nel mezzo della crisi dei rifugiati, e allo stesso tempo le Chiese che hanno più esperienza e hanno il massimo da dare in termini di coesistenza con i fratelli e sorelle musulmani, specialmente in Palestina, nel Medio Oriente e in Nord Africa. La situazione in Ucraina è più dolorosa perché la battaglia è deteriorata in una guerra civile tra Cristiani Ortodossi – spesso dietro la maschera dell’Ortodossia; e per questo vorremmo vedere maggior compassione pastorale e meno posizionamenti politici da parte della Chiese.
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Altri temi cruciali in discussione sono la missione della Chiesa Ortodossa nel mondo contemporaneo, le relazioni dei Cristiani Ortodossi con altre Chiese Cristiane e la questione della diaspora, vale a dire di come organizzare le Chiese Ortodosse in un modo migliore e più unificato quando queste sono in posti fuori dalla loro terra natale. Ci sarà anche una discussione su questioni sociali come la famiglia e il matrimonio, nonché sulla questione ambientale e sulle sfide bioetiche.
Le decisioni prese al Concilio saranno vincolanti o no? Come lavora il Concilio?
La pretesa che una decisione del Concilio non è valida perché l’una o l’altra Chiesa non vi partecipino manca di ogni base ecclesiologica, teologica e persino logico. È semplicemente un modo di creare una cortina di fumo.
Ci sono stati numeri concili negli ultimi secoli, cui hanno partecipato a volte pochissime Chiese, e tuttavia nessuno ne ha mai messo in discussione la validità. Per esempio, la Chiesa di Russia non ha partecipato al famoso Concilio del 1872, che ha condannato l’etnofiletismo (l’asservimento di una Chiesa ad una etnia particolare, ndr), ma spero che le decisioni del quel Concilio sono considerate vincolanti per Mosca oggi, così come lo sono per tutte le Chiese che hanno partecipato e per tutte le altre Chiese.
Questo ritiro di partecipazione da parte di alcune Chiese provocano un danno in termini di dialogo ecumenico? E perché?
Non credo. Lo scopo del Grande e Santo Concilio è di portare tutte le Chiese ortodosse insieme – per la prima volta nella storia a questo livello globale e rappresentativo – in modo da presentare un profilo più unificato e fornire una testimonianza più credibile nel mondo. Il problema è che le 14 Chiese Ortodosse si sono sviluppate in maniere differenti l’una dall’altra. Per esempio, il Patriarca Ecumenico ha creato relazioni positive e costruttive con altre Chiese Cristiane e organizzazioni ecumeniche per molti anni, mentre altre Chiese (come la Chiesa di Bulgaria e la Chiesa di Giorgia) hanno esitato e si sono tenute distanti da queste relazioni, e perciò sono diventate comunità più isolate nel mondo cristiano, non sentendosi a proprio agio nell’aprire un dialogo con altre Chiese e religioni.