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Il Concilio di Nicea, un documento delle Commissione Teologica internazionale

In attesa del convegno del 20 maggio pubblicato oggi un testo approvato da Papa Francesco a dicembre

Il Concilio di Nicea |  | pd Il Concilio di Nicea | | pd

Non "un semplice testo di teologia accademica, ma si propone come una sintesi preziosa e tempestiva che può utilmente accompagnare l’approfondimento della fede e la sua testimonianza nella vita della comunità cristiana: non solo arricchendo di nuova consapevolezza la partecipazione alla vita liturgica e la formazione all’intelligenza e all’esperienza di fede del Popolo di Dio, ma anche stimolando e orientando l’impegno culturale e sociale dei cristiani in questo sfidante tornante epocale".

Così il Dicastero della Dottrina della Fede presenta un documento della della Commissione Teologica Internazionale appena uscito: Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore. 1700° anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea (325-2025).

Un documento di grande interesse che merita una lettura approfondita che noi giornalisti non possiamo offrire senza un aiuto. Abbiamo avuto solo un'ora per leggere 66 pagine di teologia senza una conferenza stampa, ma solo con una sintesi e un comunicato.

In attesa di una lettura approfondita che possa far comprendere a pieno il senso del documento, leggiamo qualche passaggio dalla sintesi.

Interessante il ritornate sulla possibilità di una data unica per la Pasqua per tutte le confessioni cristiane:  «la divergenza dei cristiani a proposito della festa più importante del loro calendario crea dei disagi pastorali all’interno delle comunità, al punto da dividere le famiglie, e suscita scandalo presso i non cristiani, danneggiando così la testimonianza resa al Vangelo» si legge nel testo.

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Interessante, ma da approfondire, l'idea che il Concilio di Nicea nato come sinodo locale, abbia dato una norma alla Chiesa Universale. (cfr 101).

E ancora da capire è il passaggio della sintesi in cui si legge. "Nel 325 il bene comune della Rivelazione è realmente messo “a disposizione” di tutti i fedeli, come conferma la dottrina cattolica dell’infallibilità “in credendo” del popolo dei battezzati. I vescovi pur avendo un ruolo specifico nella definizione della fede, non possono assumerlo senza essere nella comunione ecclesiale di tutto il Santo popolo di Dio, tanto caro a Papa Francesco". Un modo per dire che il sinodo deve essere "popolare" e non dei vescovi ?

Sulle prospettive ci sono tre punti da comprendere. In primo luogo bisogna lasciarsi «stupire dall’immensità di Cristo, così che tutti ne siano meravigliati»; in secondo luogo non si devono ignorare «la realtà» né distogliere «dalle sofferenze e dagli scossoni che tormentano il mondo e sembrano compromettere ogni speranza», mettendosi anche in ascolto della cultura e delle culture. E quindi ci si deve rendere «particolarmente attenti ai più piccoli tra i nostri fratelli e le nostre sorelle», ovvero «coloro che hanno più bisogno della speranza e della grazia», ma al contempo conoscendo le sofferenze del Crocifisso sono a loro volta «gli apostoli, i maestri e gli evangelizzatori dei ricchi e dei benestanti»; e da ultimo vuol dire annunciare «in quanto Chiesa» ovvero «con la testimonianza della fraternità», mostrando al mondo le cose meravigliose per cui essa “una, santa, cattolica e apostolica” è “sacramento universale di salvezza”, e diffondendo al contempo il tesoro delle Scritture che il Simbolo interpreta, la ricchezza della preghiera, della liturgia e dei sacramenti che derivano dal battesimo professato a Nicea e la luce del Magistero.

Il testo è stato approvato dal Papa il 16 dicembre del 2024.

Un documento che va letto con calma , per le molte implicazioni sinodali e decisionali e quindi di Magistero, e anche ecumeniche.

Una occasione per comprendere meglio ci sarà a maggio alla Giornata di Studio sul documento Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore. 1700° anniversario del Concilio Ecumenico di Nicea (325-2025), che si terrà il prossimo 20 maggio presso l’Auditorium “San Giovanni Paolo II” della Pontificia Università Urbaniana .

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