Roma , venerdì, 6. dicembre, 2019 15:00 (ACI Stampa).
In occasione del dies orientalis, nell’ambito della Novena dell’Immacolata, ieri nella Basilica dei Santi XII Apostoli in Roma il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha presieduto la celebrazione eucaristica.
I Cattolici orientali presenti nell’Urbe sono qui per onorare la Vergine - ha detto il porporato nell’omelia - “offrendo insieme la testimonianza di una fede spesso molto provata - talora fino al martirio - nei rispettivi Paesi e contesti di provenienza”.
“Non sono e non vogliono essere a Roma - ha aggiunto - per diventare grandi, se non di quella grandezza che è stata propria della Vergine di Nazareth, Maria Santissima: il lasciarsi condurre da Dio, in una dimensione di puro ascolto e totale affidamento”.
“In Oriente come in Occidente - ha proseguito il Cardinale Sandri - non abbiamo bisogno, dentro e fuori la Chiesa, di persone che si fanno grandi ponendosi sul piedistallo e schiacciando gli altri: la loro città che si pone in alto con l’arroganza di chi opprime è destinata a precipitare, ad essere rovesciata. Vogliamo pensare con trepidazione e con speranza all’anelito di libertà, di giustizia, di equità sociale, di autentica cittadinanza, che sta infiammando le strade e le piazze dell’Iraq e del Libano, ove in alcuni casi è stato versato anche del sangue: pregando che questi movimenti rimangono autentici nella loro espressione e nelle loro richieste, senza strumentalizzazioni interne o di potenze regionali o internazionali che certo potrebbero essere interessate a servirsi di questa instabilità per perpetuare i loro interessi e i loro scopi a danno dei poveri e dei piccoli di quelle nazioni. Perché ciò non accada, preghiamo per i nostri fratelli e le nostre sorelle discepoli di Cristo: soprattutto nelle ore della prova, come hanno saputo fare per molti secoli, ricordino e celebrino Cristo, il Signore che è una Roccia Eterna, nel quale possiamo confidare per avere la pace”.
Commentando il Vangelo, il Cardinale ha osservato che “il Magnificat sembra quasi anticipare i contenuti delle Beatitudini, che certamente Ella è stata capace di vivere, come pure la preghiera in totale abbandono al Padre, e il perdono verso coloro che facevano del male nel Figlio alla sua propria carne. In Maria, Vergine del Silenzio, vediamo il ritratto del discepolo che non moltiplica le parole, né invoca soltanto con le labbra il Signore, ma fonda la sua dimora sulla roccia della fedeltà di Dio”.