Roma , martedì, 15. settembre, 2020 9:00 (ACI Stampa).
Ad Helsinki, 45 anni fa, si firmò l’Atto finale di una conferenza che avrebbe poi dato vita all’OSCE. Ed è da quell’atto finale, con il VII principio centrato sulla libertà religiosa e sottoscritto anche dai Paesi del blocco sovietico che questa libertà religiosa non la applicavano in patria, che cominciò il lento dissolvimento della Cortina di Ferro, fino alla caduta del Muro di Berlino del 1989.
Lo ha ricordato il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, nell’intervento ad una conferenza organizzata dall’Ambasciata di Italia presso la Santa Sede "A 45 anni dagli Accordi di Helsinki, il Cardinale Silvestrini e la Ostpolitik vaticana” e dedicata a quello di quell’accordo fu il negoziatore per la Santa Sede, e che è scomparso appena un anno fa: il Cardinale Achille Silvestrini.
Fu l’allora monsignor Silvestrini a mettere sul tavolo la proposta della Santa Sede sulla libertà religiosa. E lo fece in una conferenza cui la Santa Sede partecipava su invito della stessa Unione Sovietica, e partecipava nonostante il dibattito fosse stato forte, e in molti avevano sconsigliato Paolo VI di accettare la partecipazione. Ma Paolo VI vedeva in quella partecipazione una possibile apertura inaspettata.
Lo stesso Paolo VI, nell’enciclica Ecclesiam Suam, aveva scritto: “Noi non disperiamo che quei regimi possano aprire un giorno con la Chiesa un positivo colloquio che non sia quello presente nella Nostra deplorazione, nel Nostro obbligato lamento”. E il Cardinale Silvestrini aveva individuato in questo passaggio la chiave della Ostpolitik di Paolo VI, che lo portò “a non desistere da possibili tentativi, anche con successo ridotto, e anche quando addirittura si dimostrassero infruttiferi”.
Il Cardinale Parolin ha ricordato che sia il Cardinale Silvestrini che il Cardinale Casaroli, colui che più di tutti si impegnò in questo difficile dialogo, sapevano le “difficoltà e le incomprensioni” che c’erano per il loro lavoro di dialogo. Incomprensioni che furono anche alla base del dibattito sulla decisione della Santa Sede di partecipare alla Conferenza di Helsinki.