Scala (SA) , giovedì, 3. settembre, 2020 14:00 (ACI Stampa).
“Quanta generosità dobbiamo constatare in questi nove secoli! Quanti splendidi uomini e donne hanno testimoniato il Vangelo della carità, non solo in Terra Santa, ma in tante parti del mondo”. A nove secoli dalla morte del fondatore, il Sovrano Militare Ordine di Malta lo celebra con un Messa officiata dal Cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e delegato speciale del Papa dello SMOM dalla crisi istituzionale di tre anni fa che portò alle dimissioni di un Gran Maestro e alla stagione delle riforme, ancora non completata e per ora come sospesa dall’improvvisa morte del Gran Maestro Giacomo dalla Torre.
Il beato Gerardo Sasso partì da Scala, un paesino in provincia di Salerno, arrivò in Terrasanta e vi dedicò la vita ad accogliere pellegrini e a dar loro assistenza sanitaria. Tra le sue opere, la casa di accoglienza e la chiesa di San Giovanni Battista a Gerusalemme, nonché la fondazione della Confraternita di San Giovanni, che prima diventerà Ordine dell’Ospedale San Giovanni di Gerusalemme e poi come Sovrano Militare Ordine di Malta.
È proprio a Scala, in provincia di Salerno, paese natale del beato, che si celebra la Messa. Rivolgendosi ai Cavalieri dell’Ordine di Malta (conta di 13500 membri e 80 mila volontari), il Cardinale Becciu sottolinea che “il campo ove espandere il vostro amore è vasto quanto il mondo. Avete sempre risposto con generosità agli appelli provenienti da varie parti della terra colpite da calamità. Anche in Italia durante il terribile periodo del covid siete stati e siete in prima linea nel mettervi a disposizione dei bisognosi sia in campo sanitario come nell’assistenza agli anziani o ai senza tetto.
Per il Cardinale Becciu, la festa del Beato Gerardo deve essere l’occasione perché “ogni membro dell’Ordine, si interroghi sulla qualità del suo impegno e se l’Ordine stesso come struttura risponda all’idea ispiratrice del fondatore”.
Il beato Gerardo – racconta il Cardinale Becciu – “aveva capito quanto fosse necessario che il Vangelo e la sua testimonianza di amore non dovessero mancare proprio nella terra in cui Gesù era nato e vissuto”.