Città del Vaticano , sabato, 13. febbraio, 2021 12:30 (ACI Stampa).
La missione dei Commissari di Terrasanta, istituiti 600 anni fa da Papa Martino V, è “sempre attuale”. Ed è quella di “sostenere, promuovere, valorizzare la missione di Terra Santa rendendo possibile una rete di rapporti ecclesiali, spirituali e caritativi che hanno come punto focale la terra dove Gesù ha vissuto”. Lo scrive Papa Francesco in una lettera alla Custodia di Terrasanta, per celebrare il Seicentesimo anniversario della costituzione dei Commissari di terra Santa da parte di Papa Martino V, con la bolla “His quae pro ecclesiasticarum” pubblicata il 14 febbraio 1421.
Il messaggio del Papa è datato 2 febbraio 2021. Il giorno successivo, padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, ha comunicato al Papa l’intenzione di celebrare una Messa presso l’edicola del Sepolcro di Gerusalemme il 15 febbraio alle 6.30 in ricordo di tutti i benefattori e per ringraziare l’opera dei Commissari. Sono 67 i commissariati di Terrasanta che saranno rappresentati alla celebrazioni, cui sarà letta la lettera di Papa Francesco.
Nella sua lettera, il Papa afferma di sostenere e benedire “questo servizio prezioso”, augurandosi che possa sempre più essere “seme di fraternità”.
Perché si chiamano Commissari Francescani di Terrasanta? Perché riprende la terminologia giuridica della Serenissima Repubblica di Venezia, che definiva commissario il “curatore generale” degli interessi di una istituzione e di una persona. E i commissari, nati in un momento in cui c’era bisogno di un forte sostegno alla missione in Terrasanta, hanno proprio il compito di curare l’interesse della missione.
All’inizio, sono laici che sono chiamati a procurare sostegno economico per la Terra Santa. I procuratori all’inizio erano laici, ma furono gradualmente sostituiti da frati francescani, tanto che oggi tutti i commissari di Terra Santa sono religiosi nominati dal loro superiore generale. La bolla del Papa istituzionalizzò la figura dei commissari.