Roma , mercoledì, 14. novembre, 2018 12:00 (ACI Stampa).
In che modo l’istruzione superiore impatta sulla crescita economica e sociale dell’area sub-sahariana? Se lo sono chiesti i membri del Comitato Culturale di Harambee Africa International, la Onlus nata a seguito dalla canonizzazione di San José Maria Escrivà de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei, con lo scopo di promuovere progetti di sviluppo nell’area sub-sahariana e attività di comunicazione e sensibilizzazione nel resto del mondo.
La ricerca di Harambee ha prodotto un rapporto, presentato lo scorso 10 novembre e curato dal Comitato Culturale, che ha proprio l’obiettivo di incoraggiare una corretta informazione sull’Africa e promuovere nuove vie per lo sviluppo nel continente Africano.
Il rapporto si concentra su Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Costa d’Avorio e Sud Africa. Dai dati del rapporto, emerge che l’aumento degli investimenti pubblici e privati nell’istruzione ha portato ad una alfabetizzazione crescente, una più diffusa scolarizzazione e un incremento nei tassi di iscrizione dell’università negli ultimi anni.
Questo sta a significare che c’è una forza di lavoro più istruita, che contribuisce allo sviluppo economico e sociale dell’Africa Sub-sahariana. Allo stesso modo, però questi progressi non mettono da parte problemi e debolezze, che sono comuni a tutti e quattro i Paesi analizzati. Più di un africano su cinque in età lavorativa resta disoccupato, e questo nonostante il fatto ci sia un numero sempre più grande di persone che considerano l’istruzione una priorità assoluta.
Il rapporto presenta fattori generali e specifici del sistema di istruzione. Tra i primi, la bassa entità di spesa per l’istruzione, il basso PIL che si uniscono alla crescita demografica. Tra quelli specifici, ogni Paese ha differenti quantità e qualità degli insegnanti, così come varia la presenza di infrastrutture.