Kiev , domenica, 27. febbraio, 2022 10:31 (ACI Stampa).
"Crediamo che come dopo la morte arriva il giorno, dopo la morte la Resurrezione, anche dopo questa terribile guerra ci sarà la vittoria dell’Ucraina”. Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, padre e capo della Chiesa Greco Cattolica Ucraina, invia un videomessaggio dopo la terribile notte di bombardamenti di Kiev. Con il volto provato, ma sereno, Shevchuk incoraggia i suoi connazionali in guerra, annuncia che i sacerdoti andranno a celebrare nelle cantine, nei rifugi anti-aerei ovunque, e chiede ai fedeli di andare a confessarsi e alla Divina Liturgia.
È una guerra lunga, probabilmente più delle previsioni dei russi, e la capitale resiste, mentre la Russia si prepara ad una guerra in campo lungo e la resistenza ucraina è sempre più drammatica. La Chiesa Greco Cattolica Ucraina ha messo a disposizione i sotterranei della cattedrale della Resurrezione come rifugio, e ovunque si moltiplicano gli aiuti.
Per il secondo giorno di fila Sua Beatitudine riesce ad inviare un videomessaggio. Quattro minuti e 35 secondi, per dire che “dopo la morte viene la Resurrezione, che oggi noi tutti festeggiamo con gioia”, e dunque “questa domenica festeggeremo Cristo risorto presente tra noi, presente in Ucraina”.
Sua Beatitudine ricorda che “domenica festeggeremo Cristo risorto presente tra noi, presente in Ucraina”, e che se anche gli abitanti di Kiev non possono andare in chiesa per il coprifuoco, allora “sarà la Chiesa a venire da loro: I nostri sacerdoti scenderanno nelle cantine, scenderanno nei rifugi antiaerei, e lì celebreranno le Divine Liturgie. La Chiesa è con il suo popolo. La Chiesa di Cristo porta con se il Salvatore eucaristico a quelli che vivono momenti critici della loro vita, che hanno bisogno di forza e di speranza nella Resurrezione”.
A quanti possono andare in Chiesa, Sua Beatitudine chiede di andare a partecipare, di confessarsi e comunicarsi, di offrire la Messa per quanti non possono partecipare e per i militari, perché “la nostra vita oggi è nelle loro mani”, ma anche per quelli che “sono feriti, emarginati, per quelli che sono diventati dei rifugiati da questa guerra sanguinosa in Ucraina”.