Budapest , lunedì, 6. giugno, 2022 9:00 (ACI Stampa).
Si pensava anche all’Ungheria, come uno dei possibili luoghi di incontro tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill. E questo anche perché in Ungheria sarebbe dovuto andare Kirill, per la fine dei lavori della Cattedrale dell’Assunzione a Budapest, e ci sarebbe voluto andare anche Papa Francesco, che già aveva fatto sapere le sue intenzioni all’abate di Pannonhalma. E ora l’Ungheria torna ad essere un centro di dialogo ecumenico, complice la visita del Metropolita Hilarion a Budapest e l’incontro con il Cardinale Peter Erdo.
Hilarion è stato in Ungheria dall’1 al 3 giugno, e ha incluso un incontro con il primate di Ungheria nella sua agenda. Il momento era particolarmente importante, perché capitava proprio poco dopo che l’Unione Europea aveva escluso dal suo pacchetto di sanzioni anti-russe il Patriarca Kirill, su pressione fortissima dell’Ungheria.
E l’Ungheria, in merito al conflitto, ha preso una posizione precisa: si farà tutto per aiutare i rifugiati, non si farà niente che possa, anche indirettamente, colpire il popolo ungherese. Che, tradotto, significa che non si inviano armi, non si da sostegno militare all’Ucraina, e si mantengono gli accordi commerciali in essere, per tenere basso il prezzo della benzina e delle altre derrate alimentari.
Una posizione che subito è stata etichettata come “filo-russa”, ma che ha in realtà una sua logica nazionale. Così, l’Ungheria resta uno dei pochi posti in cui si può dialogare con la Russia, e la visita di Hilarion ne è la prova. Hilarion aveva già incontrato il Cardinale Erdo altre volte, era stato ospite del governo di Budapest nel 2019 ad un summit sulla libertà religiosa e poi era stato anche al Congresso Eucaristico Internazionale nel settembre 2021, unico evento che vedeva nella lista degli ospiti sia l’arcivescovo maggiore della Chiesa Greco Cattolica Ucraina Sviatoslav Shevchuk che il rappresentante del Patriarcato di Mosca e persino il Patriarca Ecumenico di Costantinpoli Bartolomeo.
Budapest, dunque, è il luogo da cui far ripartire il dialogo, che sembrava essersi fermato. Prima, Papa Francesco e il Patriarca Kirill avevano avuto una videoconferenza il 16 marzo, su iniziativa del Patriarcato di Mosca, aveva detto il Cardinale Parolin. Quindi, il Patriarcato si era risentito delle parole di Papa Francesco in una intervista in cui il Papa non solo delineava il colloquio riservato, ma anche di aver detto a Kirill: “Non siamo chierici di Stato, non dobbiamo utilizzare il linguaggio della politica ma quello di Gesù”.