Plymouth , mercoledì, 20. gennaio, 2021 17:00 (ACI Stampa).
Avrebbe detto che non sarebbe voluto mai essere un peso per gli altri, e per questo ora un cittadino polacco in stato vegetativo nel Regno Unito, ricoverato a Plymouth, si vedrà interrompere idratazione e alimentazione per decisione della Corte Suprema di Giustizia del Regno Unito e del Tribunale Europeo dei Diritti dell’Uomo. E questo nonostante il paziente sia in miglioramento e che i famigliari (ma non la moglie) oppongano alla decisione la diversa volontà del paziente.
Lo scorso novembre, R.S. (così è stato identificato il paziente polacco) è stato trasportato di urgenza all’ospedale Derriford a Plymouth a seguito di un attacco cardiaco che ha causato, secondo alcuni medici, un “danno cerebrale serero e irreversibile. Da allora, R.S. è in stato vegetativo. Alla fine di dicembre, la moglie e i figli del paziente avevano dato il consenso affinché fossero sospesi idratazione e alimentazione artificiale. Ma a questo consenso si erano apposte madre e sorella del paziente, sottolineando che R.S. era cattolico praticante e contrario ad aborto ed eutanasia.
Ad ogni modo, RS si è visto sospendere il supporto vitale due volte, la prima per due giorni, e la seconda per cinque giorni. Il supporto è sempre stato riconnesso dopo gli appelli della madre e della sorella in Polonia. I medici hanno indicato che comunque RS potrebbe vivere ancora cinque anni, sebbene senza mai superare uno stato di “coscienza minima”, in cui potrebbe a malapena riconoscere “la presenza di un essere umano”.
Madre e sorelle di RS si erano anche appellate al Tribunale Europeo dei Diritti Umani, che non ha preso il caso con urgenza ed ha anche rifiutato una richiesta del governo polacco di rimpatriare il paziente.
Dopo l’ultima sospensione del 7 gennaio, le donne si sono appellate alla Corte Suprema di Giustizia, presentando prove che la condizione di salute di RS era migliorata. Prove ricusate dalla Corte Suprema, che ha invece deciso che la cosa migliore era appunto sospendere alimentazione e idratazione. “Non ho alcun dubbio del fatto che RS non abbia avuto miglioramenti – ha detto Jonathan Cohem, giudice della Corte Suprema – e dunque non ci sono basi perché io cambi la mia decisione su cosa sia meglio”. La corte avrebbe anche rifiutato una istanza della famiglia affinché RS fosse esaminato da un altro neurologo.