Città del Vaticano , venerdì, 24. agosto, 2018 14:00 (ACI Stampa).
Gli abusi sessuali su bambini e ragazzi non sono solo un crimine odioso ma anche un grave peccato che offende Dio e ferisce la dignità della persona umana creata a sua immagine. Sono le parole di Papa Benedetto XVI pronunciate davanti ai Vescovi irlandesi, convocati d'urgenza in Vaticano nel febbraio 2010 dopo l'esplosione dello scandalo pedofilia.
Benedetto XVI - recitava un comunicato vaticano - chiedeva ai Vescovi di "affrontare i problemi del passato con determinazione e risolutezza", e di esaminare "la crisi attuale con onestà e coraggio".
La tolleranza zero - seguita ora con determinazione da Papa Francesco - nasce dunque con Benedetto XVI che - di fronte al rapporto Murphy che fotografava gli abusi sui minori commessi per anni da membri del clero irlandese - non si limitò solamente a parlare del caso Irlanda, ma prese decisioni conseguenti. E concrete.
Alcuni vescovi furono rimossi, tra loro anche l'ex segretario di Paolo VI e Maestro delle Celebrazioni Liturgiche con Giovanni Paolo II John Magee, Vescovo di Cloyne.
Circa un mese dopo, Papa Benedetto faceva pubblicare la lettera ai cattolici irlandesi con cui chiedeva perdono e annunciava misure per arginare e contrastare la pedofilia.