Bonn , lunedì, 23. settembre, 2019 14:00 (ACI Stampa).
Nonostante le forti perplessità sollevate nei giorni scorsi dalla Congregazione dei vescovi, presieduta dal prefetto cardinale Marc Ouellet, il progetto del «cammino sinodale» della Chiesa tedesca, chiarisce il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga e presidente della Conferenza Episcopale Tedesca (CET), prosegue e si candida a diventare «un modello per tutta la Chiesa universale».
Avendo visionato le bozze degli statuti del cammino sinodale, il cardinale Ouellet aveva reagito indirizzando il 4 settembre una lettera ai vescovi tedeschi, in cui auspicava che l´andamento del cammino sinodale - annunciato lo scorso marzo dal cardinale Marx, nella riunione plenaria dei vescovi tedeschi a Lingen - corrisponda alle linee guida tracciate da Papa Francesco nella sua lettera «al popolo pellegrino di Germania» del 29 giugno. Il porporato sottolineava inoltre che il sinodo di una Ciesa locale non può modificare la dottrina della Chiesa universale, allegando un “parere” di diritto canonico di quattro pagine relativo al progetto del cammino sinodale, redatto dall´arcivescovo Filippo Iannone, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi.
L´arcivescovo Iannone puntualizzava nella sua perizia che le intenzioni dei vescovi tedeschi cozzano contro prescrizioni canoniche e, nei fatti, perseguono lo scopo di modificare la dottrina della Chiesa. «Si capisce facilmente – scrive Iannone - che i temi oggetto di discussione [del cammino sinodale, ndr] non riguardano solo la Chiesa in Germania, ma la Chiesa universale e, a parte alcune eccezioni, non possono essere oggetto di riflessioni o decisioni di una chiesa particolare, senza mettere in discussione quanto espresso dal Santo Padre nella sua lettera [al «popolo pellegrino di Germania», ndr]».
Insomma, la lettera del cardinale Ouellet e il parere dell´arcivescovo Iannone sottolineavano il pericolo che la struttura e i partecipanti previsti per il cammino sinodale lo facciano somigliare più ad un “concilio particolare” che ad un sinodo, rendendolo “ecclesiologicamente non valido”, dal momento che un concilio nazionale deve essere sempre avallato “da Roma”.
L´arcivescovo di Monaco e Frisinga ha riposto prontamente alle obiezioni con una lettera – i cui stralci sono stati pubblicati dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung - in cui ha ribadito che il cammino sinodale non è un «concilio particolare», ma certamente un «processo sui generis», promettendo di chiarire di persona con Ouellet i numerosi fraintendimenti.