Città del Vaticano , domenica, 2. luglio, 2017 12:10 (ACI Stampa).
E’ l’identikit del discepolo missionario quello che Gesù fa nel brano del Vangelo di Matteo che oggi la liturgia propone. E Papa Francesco lo ha riproposto ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus domenicale, unico appuntamento pubblico per il mese di luglio.
Il discepolo missionarie deve avere due caratteristiche: il suo legame con Gesù è più forte di qualunque altro legame, e il missionario non porta sé stesso, ma Gesù, e mediante Lui l’amore del Padre celeste.
Il Papa spiega che Gesù chiarisce che “la condizione del discepolo esige un rapporto prioritario col maestro” e quindi “chi si lascia attrarre in questo vincolo di amore e di vita con il Signore Gesù, diventa un suo rappresentante, un suo “ambasciatore”, soprattutto con il modo di essere, di vivere”.
E forse la prima domanda, dice il Papa, che dobbiamo fare ad un cristiano è quella sul "rapporto prioritario" con Gesù.
La gente, dice il Papa, deve “percepire che per quel discepolo Gesù è veramente “il Signore”, è veramente il centro, il tutto della vita. Non importa se poi, come ogni persona umana, ha i suoi limiti e anche i suoi sbagli – purché abbia l’umiltà di riconoscerli –; l’importante è che non abbia il cuore doppio, questo è pericoloso...non deve avere il cuore dobbio ma semplice, unito; che non tenga il piede in due scarpe, ma sia onesto con sé stesso e con gli altri. La doppiezza non è cristiana" e dice il Papa: o sei con Gesù o sei con lo spirito del mondo.