Città del Vaticano , mercoledì, 12. aprile, 2017 14:00 (ACI Stampa).
Un "capitolo generalissimo" di tutti gli ordini francescani. Un convento misto di minori e conventuali da aprire ad Emmaus nel 2018. Il percorso di unificazione delle università francescane. Sono i temi di cui hanno parlato i ministri generali dei vari ordini francescani lo scorso 10 aprile dal Papa. Per "chiedere la sua benedizione", riferisce ad ACI Stampa padre Marco Tasca, ministro generale dei Frati Minori conventuali.
L'udienza si è tenuta lo scorso 10 aprile e l'obietttivo principale era, appunto, quello di raccontare a Papa Francesco il modo in cui i diversi rami francescani, da tempo divisi, stanno cercando di ritrovare una unità. Chiedendo al Papa un incontro con tutte le famiglie francescane il 29 novembre, giorno di tutti i santi francescani, per avere la sua benedizione.
“L’incontro è durato 35 minuti, ed è stato estremamente bello. Abbiamo chiesto al Papa di confermarci e di benedirci. Per noi era importante: San Francesco aveva per il Papa una attenzione e una obbedienza straordinaria, e noi ci siamo posti sulla sua strada”, racconta padre Tasca.
Insieme a lui, c’erano padre Michael Anthony Perry, Ministro Generale dell’Ordine Francescano dei Frati Minori; padre Mauro Jöhri, Ministro Generale dell'Ordine Francescano dei Frati Minori Cappuccini; padre Nicholas Edward Polichnowski, Ministro Generale del Terz'Ordine Regolare di San Francesco; padre Emili Turú Rofes, Superiore Generale dei Fratelli Maristi delle Scuole (Piccoli Fratelli di Maria).
In cosa consistono questi percorsi di unità? “Prima di tutto – dice padre Tasca – nel nostro percorso per unificare le Università Francescane, cominciato con un nostra lettera del 2015 in cui si delineava il percorso verso una unica Università Francescana a Roma, perché ad oggi ci sono due realtà accademiche a Roma: la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura, dei Frati minori conventuali, e la Pontificia Università Antonianum, dei Frati minori. Già abbiamo avviato una collaborazione con lo scambio di docenti”.