In primis, il rafforzato quadro legislativo. Nel 2018, la Pontificia Commissione per lo Stato di Città del Vaticano ha modificato la legge n. XVIII in materia di riciclaggio, trasparenza, vigilanza e informazione finanziaria, a seguito della quale l’AIF riceve dalle autorità competenti, incluso l’ufficio del Promotore di Giustizia e il Corpo della Gendarmeria, “un riscontro sull’uso delle informazioni fornite e sull’esito delle indagini o ispezioni effettuate in base a dette informazioni”.
Quindi, sono state redatte due nuove leggi: la legge recante norme in materia di abusi di mercato (n. 257) del 28 settembre 2018 ha incluso le norme di abuso di mercato dell’Unione Europea, con nuove fattispecie che “ampliano la serie delle potenziali fattispecie di reato del riciclaggio e dell’autoriciclaggio”.
La legge in materia di registrazione e di rilevanza degli enti senza scopo di lucro (n. 211) è fonte della 257. Questa legge introduceva anche “uno specifico obbligo di segnalazione di attività sospette” per gli enti senza scopo di lucro aventi sede legale e registrati nello Stato di Città del Vaticano, con la quale “la Santa Sede attua una politica molto avanzata nella limitazione dei rischi connessi agli enti senza scopo di lucro e nella promozione della trasparenza e della integrità della loro attività”.
È stato rafforzato anche il quadro regolamentare, con tre nuovi regolamenti: il n. 3, in materia di servizi di pagamento, aveva lo scopo di rafforzare i sistemi di pagamento e favorire l’efficienza dei servizi di pagamento offerti agli utenti all’interno del circuito SEPA (Sistema Europeo di Pagamenti): è stato decisivo per l’ingresso nell’area SEPA, con tanto di IBAN vaticano.
“L’esito favorevole della domanda di adesione a SEPA è un segno positivo - afferma René Brülhart, Presidente dell’AIF - “ciò concorre a facilitare i pagamenti e l’armonizzazione di tali servizi. Inoltre, dimostra gli sforzi della Santa Sede nel rafforzamento della trasparenza finanziaria”.
I regolamenti 4 e 5 introducono nuovi requisiti per l’adeguata verifica e nuovi indicatori di anomali, considerando le indicazioni della Valutazione Generale dei Rischi. Valutazione che tra l'altro ha dimostrato un rischio "medio basso" di riciclaggio.
Sono stati emendati anche i regolamenti già esistenti, e in particolare il regolamento n. 1 ha consolidato il monitoraggio per i potenziali rischi e garantire la proporzionalità tra il patrimonio e i rischi che gli enti possono assumersi con il patrimonio, secondo il principio di vigilanza prudenziale.
Il quadro regolamentare si è ulteriormente rafforzato, dunque, mentre la Valutazione Generale dei Rischi, elaborata secondo i criteri della Banca Mondiale, “non ha evidenziato significative minacce a livello interno”, mentre i rischi sono soprattutto connesse “ad attività transfrontaliere e fattori internazionali”.
A livello internazionale, l’AIF ha in 15 casi scambiato informazioni con autorità di vigilanza estere (13 richieste ad autorità estere e 2 richieste da autorità estere), e ha sottoscritto protocolli di intesa con le Autorità di Vigilanza di Brasile e Panama, che portano ad 8 i protocolli siglati con autorità di vigilanza di Stati esteri, tra i quali la Banca d’Italia.
Nella sua funzione di “unità di informazione finanziaria” (UIF), l’AIF ha scambiato informazioni con UIF estere 473 volte (231 richieste a UIF estere e 242 richieste da UIF estere), mentre sono state contestualmente trasmesse 158 comunicazioni spontanee ad unità di informazione finanziaria estere e ne sono state ricevute 15.
L’AIF ha siglato nuovi protocolli di intesa con altre 6 giurisdizioni estere: Aruba, Bulgaria, Grecia, Honduras, Messico e Uruguay. Dal 2012, l’AIF ha siglato 56 protocolli di intesa con le controparti in tema di informazione finanziaria.
I dati dell’attività di intelligence confermano che le segnalazioni di attività sospette diminuiscono in numero, ma migliorano in quantità.
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Nel 2018, l’AIF ha ricevuto 56 segnalazioni di attività sospette, in netta diminuzione rispetto ai 150 del 2017.Di queste segnalazioni, 50 sono arrivate dagli enti vigilati, 4 da autorità della Santa Sede e dello Stato di Città del Vaticano e 2 da altri soggetti. Tommaso Di Ruzza, direttore dell’AIF, sottolinea che “tale diminuzione e tendenza rispetto agli anni precedenti era prevedibile. Molto positiva è la crescente qualità delle segnalazioni di attività sospette inviate all’AIF e l’aumento dei rapporti inviati dall’AIF all’Ufficio del Promotore di Giustizia”.
Inoltre, nel 2018 l’AIF ha disposto 5 misure preventive, e nella fattispecie 3 sospensioni di transazioni e operazioni per un valore di 422.077 euro e 2 blocchi di conti per 2.362.725,53 euro.
Ma come opera l’AIF in questi casi?
Quattro box esplicativi mostrano alcune situazioni tipo. Non ci sono nomi, ma si possono cogliere i riferimenti a casi già noti nella cronaca.
Il primo box parla di “un cittadino e professionista estero viene incaricato da una istituzione finanziaria con sede nello Stato di Città del Vaticano di curare la cessione di una parte del patrimonio immobiliare”. È stata la stessa istituzione finanziaria a inviare una segnalazione di attività sospetta all’AIF, che, dopo l’opportuno scambio di informazioni, ha trasmesso un rapporto all’Ufficio del Promotore di Giustizia. Quest’ultimo ha disposto un procedimento penale, ha adottato provvedimenti di sequestro per un valore di circa 15 milioni di euro, ha inviato due lettere rogatorie, e infine ha rinviato a giudizio il professionista.
Non è difficile cogliere il riferimento al processo nei confronti dell’ex presidente del Consiglio di Sovrintendenza Angelo Caloia (in carica dal 1989 al 2009) e il legale Gabriele Liuzzo. Nel processo, figurava tra gli accusati anche Lelio Scaletti, ex direttore generale dello IOR , deceduto il 15 ottobre 2015.