Strasburgo , mercoledì, 9. giugno, 2021 14:00 (ACI Stampa).
È un rapporto considerato generalmente positivo, che proietta Santa Sede al sesto round di valutazioni (una delle cinque nazioni al mondo ad essere arrivata così avanti). Allo stesso tempo, il rapporto del comitato del Consiglio d’Europa MONEYVAL sulle finanze della Santa Sede / Stato di Città del Vaticano mette in luce tutte le criticità del sistema vaticano, e in particolare quello giudiziario.
In particolare, il rapporto attacca fortemente la Santa Sede per aver ignorato la possibilità che i suoi dipendenti possano abusare dei loro uffici del sistema finanziario vaticano per il loro profitto; sottolinea il rischio di conflitti di interesse per promotori di giustizia e giudici del Tribunale vaticano, perché non lavorano a tempo pieno per la Santa Sede; critica lo stesso promotore di Giustizia per il modo in cui sono state eseguite le indagini sull’ormai famoso caso dell’investimento di Londra della Segreteria di Stato. Tema sul quale il rapporto dà anche una notizia: che il processo sui sospettati dovrebbe aver luogo nell’estate 2021.
Dopo più di un mese, MONEYVAL pubblica il rapporto sulla Santa Sede / Stato di Città del Vaticano, approvato nella plenaria dello scorso aprile. Sono le valutazioni generali sull’efficacia del sistema, divise in 11 Immediate Outcomes (IO), che hanno quattro scale di voto: dalla parte bassa c’è “low” e “moderate” (basso e moderato), nella parte alta “substantial” e “high” (sostanziale ed alto). C’è da dire che la Santa Sede non ha preso nemmeno un “low”. Ma non c’è neanche un “high”. Delle 11 valutazioni, sei sono più tendenti alla parte bassa (moderate) e cinque più tendenti alla parte alta (substantial). Quelle tendenti alla parte alta, tra l’altro, si riferiscono alla cornice giuridica messa a punto nel corso degli anni, e che di certo non si può attribuire all’attuale gestione dell’Autorità di Sorveglianza e Informazione Finanziaria, la quale ha cambiato il nome, ma non ha aggiunto sostanziali novità ad una cornice giuridica che già funzionava, e anche bene, a giudicare dai precedenti rapporti. In effetti, anche il presidente Barbagallo loda il lavoro del Comitato di Sicurezza Finanziaria, stabilito nel 2013, e la firma di numerosi protocolli di intesa nel 2019 e 2020, tutti o quasi tutti negoziati comunque dalla precedente gestione. Insomma, è, sì, un rapporto generalmente positivo, ma tutto da ponderare.
Il nodo cruciale è l’IO.7, quello che riguarda l’efficacia delle indagini per i reati e le attività di riciclaggio di denaro. E lì si dice chiaramente che “i miglioramenti nel quadro istituzionale e un approccio più proattivo applicato dal Corpo della Gendarmeria e dall’Ufficio del Promotore di Giustizia sono incoraggianti”. Eppure, si aggiunge, “i risultati effettivi raggiunti durante il periodo in esame sono modesti”. Ci sono solo due condanne negli anni in esame, ed entrambi sono per autorciclaggio, con “sentenze inferiori alla pena minima prevista dalla legge per il riciclaggio”, mentre “non c’è ancora nessuna condanna per riciclaggio da parte di terzi”. Nella solita intervista istituzionale, il presidente dell’ASIF, Barbagallo, sottolinea che purtroppo non si tiene conto di un’altra condanna del Tribunale vaticano, perché avvenuta dopo l’ispezione di MONEYVAL. Si riferisce alla condanna all’ex presidente dello IOR Angelo Caloia. Anche quella, però, è una condanna per autoriciclaggio. Non migliora il quadro, né la statistica.
Non solo. MONEYVAL concede che i ritardi nelle indagini sono “in parte dovuti a risposte tardive sulle richieste di assistenza reciproca da parte della controparte straniera”, allo stesso tempo il problema è la mancanza di risorse dell’ufficio del promotore di giustizia, cosa che porta a far suggerire “ulteriori miglioramenti nell’organico e nell’assunzione di procuratori a tempo pieno (in particolare con esperienza pratica nel perseguire i crimini finanziari).