Città del Vaticano , lunedì, 8. giugno, 2020 15:14 (ACI Stampa).
È di 38 milioni di euro l’utile registrato dall’Istituto per le Opere di Religione nel 2019. Lo sottolinea il rapporto annuale dell’Istituto, pubblicato oggi ma approvato già lo scorso aprile. La crescita degli utili, spiega il rapporto, è da attribuire al mercato favorevole, ma anche alla politica degli investimenti, che il rapporto descrive come etici secondo una narrativa che ha sviluppato a partire dal rapporto del 2017.
Certo, il 2019 è stato un anno denso di avvenimenti, il più importante dei quali è la pubblicazione del nuovo chirografo dell’Istituto. Chirografo che in realtà non aveva modifiche sostanziali rispetto al testo del 1990, e che includeva – anche qui – una particolare enfasi alla finanza etica. Il rapporto ci tiene a sottolineare anche che il management si è decurtato lo stipendio del 20 per cento come segno di solidarietà per affrontare la crisi dovuta alla pandemia del Covid 19. Allo stesso tempo, si è provveduto a fare nuove assunzioni, soprattutto tra i manager, che significa anche un rafforzamento dell’Istituto. E, tra i grandi risultati dell’anno, Jean-Baptiste de Franssu, presidente del Consiglio di Sovrintendenza, annovera anche l’ingresso nell’area SEPA, l’area unica di pagamenti europei che facilita le operazioni finanziarie tra i Paesi aderenti all’area, che non fanno più distinzione tra pagamenti nazionali e transfrontalieri.
“Uno dei più importanti risultati ottenuti nel 2019 – scrive de Franssu – è che dall’1 ottobre lo IOR processa pagamenti tramite il circuito SEPA, a beneficio dei clienti che ora possono avere accesso ad un migliore sistema di trasferimento di bonifici, con tempi di esecuzione più corti e costi limitati”. De Franssu esalta la novità come “un’immagine emblematica delle profonde modifiche che sono intervenute in quest’area come in molte altre in Istituto nel 2014”.
In realtà, è lo Stato che entra nell’area SEPA, e non la banca, ed è allo Stato che viene fornito il codice IBAN. La Santa Sede era parte della SEPA a partire dall’1 marzo 2019, ma l’operatività dello IOR era garantita solo a partire da novembre 2019, perché la piattaforma non era pronta al momento dell’ingresso della Santa Sede nell’area SEPA. L’Istituto è poi riuscito ad anticipare di un mese l’adeguamento delle strutture.
Qualche cifra: gli utili sono dunque di 38 milioni, e il Cardinale Santos Avril y Castellò, presidente del Consiglio di Sovrintendenza, sottolinea che si tratta di “un risultato molto importante, se si considerano l’andamento dei mercati e i rendimenti bassi che ormai li stanno caratterizzando”, e afferma che “di sicuro hanno dato buoni frutti le scelte oculate intraprese dal management che non si sono mai limitate ad usare come discrimine l’ottenimento del mero profitto nel breve periodo”.