Sono al momento congelati per sospetto riciclaggio: 11.755.697 euro, 3.708.423 dollari, 1.152.260 sterline, 805,174 dollari australini e 650,275 franchi svizzeri.
La cooperazione internazionale prosegue spedita: nel 2015, l’ AIF ha ricevuto 181 rogatorie e ne ha effettuate 199, per un totale di 380 casi di cooperazione internazionale. L’AIF ha continuato a siglare protocolli di intesa con autorità analoghe nel corso del 2017: 24 protocolli sono stati siglati con le Unità di Informazione Finanziaria di Paesi esteri, per le attività di intelligence, e altre 4 con autorità di supervisione.
La Santa Sede stima di aver congelato circa 3,5 milioni di euro come risposta a richieste di cooperazione internazionale.
IOR e APSA
Sono stati circa 4800 i conti correnti chiusi nell’Istituto delle Opere di Religione, a seguito di una prima ispezione generale nel 2014, cui hanno fatto seguito varie ispezioni allo IOR su obiettivi specifici, e due “on site inspections” nel 2015 e nel 2017.
L’APSA non è più sotto la giurisdizione dell’AIF. Come già previsto nel rapporto MONEYVAL del 2012, tutti i conti in essere nell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica – considerato una sorta di “banca centrale” del Vaticano – sono stati chiusi al termine del 2015, e la vigilanza dell’APSA è diventata appannaggio della Segreteria per l’Economia, descritta come “una nuova agenzia di coordinamento per gli affari economici ed amministrativi”.
Le note negative
Le raccomandazioni riguardano soprattutto il lato giudiziale, tanto che il rapporto esorta a un training specifico per i membri del tribunale vaticano.
Si legge al punto 28 che “è in qualche modo sorprendente che nessuna imputazione o azione giudiziaria sia stata portata di fronte al tribunale sul tema del riciclaggio o del finanziamento al terrorismo”, e si individua che “la mancanza di esperienza in questo tipo di casi fino al 2016/2017 può essere una spiegazione”.
In più, il successo del Promotore in tribunale è considerato “in generale non incoraggiante”, che le persone “sono state sollevate dai capi di accusa dal Tribunale”, e questo senza reazioni da parte del Promotore, che “in caso di insoddisfazione” è “incoraggiato ad essere proattivo nell’appellarsi”.
I casi specifici
Infine, i casi specifici. Senza fare nomi, MONEYVAL ne descrive vari, e tre sono facilmente riconoscibili.
Si parla al punto 13 di “una compagnia italiana, impegnata nella ristrutturazione di proprietà immobiliare, di proprietà di un uomo d’affari italiano che ha un conto allo IOR”. Il caso è stato riportato nel 2013 dall’AIF al promotore di Giustizia, e anche alla Unità di Informazione della Banca d’Italia. Questo ha portato al congelamento del conto allo IOR, ed ha dato anche un contributo alle autorità italiane, che hanno arrestato l’uomo d’affari per bancarotta fraudolenta.
Si tratta del caso di Angelo Proietti, ed è stato il primo caso di sequestro preventivo di conti correnti di un cittadino italiano presso lo IOR. Per ora, il Vaticano non ha ravvisato danni. Si attende la fine del processo in Italia per definire se si sia configurato un reato di riciclaggio su suolo vaticano.
Quindi, il punto 19 del Rapporto parla del processo per peculato a Giuseppe Profiti e Massimo Spina, presidente e tesoriere della Fondazione Bambino Gesù. Al di là dell’andamento del processo, MONEYAL lamenta che il Promotore di Giustizia ha chiesto al tribunale di imporre una multa, e che non solo la multa non ci sia stata, ma che non ci sia stata nemmeno la possibilità di alcuna confisca, perché l’appartamento ristrutturato – che come si ricorda è l’abitazione attuale del Cardinale Tarcisio Bertone – è già di proprietà dello Stato di Città del Vaticano.
Al punto 21, si parla invece della denuncia ai danni di Angelo Caloia, ex presidente dell’IOR, “sospettato – si legge nel rapporto MONEYVAL – di aver venduto, con l’assistenza di una notaio, alcune proprietà immobiliari dell’istituzione per un beneficio privato. Il capo di accusa è quello di appropriazione indebita, mentre il notaio viene investigato in Svizzera per sospetto riciclaggio.
Nel rapporto, si parla anche di altri due casi più difficilmente riconoscibili. Uno del 2016, classificato come caso di corruzione, perché si sospetta che un ex sacerdote e titolare di un conto IOR abbia offerto una tangente a un officiale dello IOR per facilitare l’apertura di un conto nel nome di una terza persona. Secondo MONEYVAL, sarebbe stata fattibile una investigazione sulla terza persona – subito liberata da ogni accusa – o anche una investigazione su entrambi per “cospirazione al riciclaggio”. Ma questo “non è successo, e nel 2017 le accuse di corruzione sono state respinte dal tribunale” per insufficienza di prove.
Il percorso della Santa Sede
Questa è la terza volta che la Santa Sede si sottopone alla valutazione sui progressi svolti nel ramo finanziario. Dopo il rapporto generalmente positivo del 2012, la Santa Sede ha presentato i suoi progressi nel 2013, nel 2015 e quest’anno. Il quadro legislativo è profondamente mutato nel corso degli anni.
All’epoca del primo rapporto sui progressi, la Santa Sede chiese di relazione su tutte le raccomandazioni essenziali (le cosiddette key and core) e non solo su quelle considerati centrali per l’antiriciclaggio, come previsto, proprio a testimoniare l’impegno a mettere a punto un sistema che rispecchiasse le peculiarità della Santa Sede e allo stesso tempo aderisse agli standard internazionali. Nel rapporto 2015, fu notato che “la maggior parte delle questioni tecniche riguardo gli emendamenti della legislazione e dei regolamenti sono stati propriamente affrontati”.
Dal 2015 ad oggi, molti passi sono stati fatti. All’inaugurazione dell’Anno Giudiziario vaticano del 2016, si parlò persino di una “micro riforma giuridica per perseguire i reati finanziari” . All’inaugurazione dell’anno giudiziario vaticano 2017, la novità riguardo l’annuncio di aver costituito a ottobre 2016 una sezione per i reati in materia economica finanziaria all’interno del Tribunale vaticano.