La Valletta , giovedì, 4. luglio, 2019 10:00 (ACI Stampa).
“Ci trattarono con rara umanità”. Lo scrive San Paolo, parlando del suo naufragio a Malta. E quel naufragio, che fu l’inizio della comunità cristiana nell’isola rimasta tra le più cattoliche d’Europa, è al centro delle riflessioni della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani del 2020, già rese disponbili.
Lo scorso anno, furono i cristiani dell’Indonesia ad occuparsi delle meditazioni. Quest’anno, è la volta di Malta, dove le Chiese cristiane di Malta e Gozo hanno lavorato con un gruppo di rappresentanti del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e della Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Questi si sono riuniti a Rabat, a Malta, dal 13 al 18 settembre, in un incontro co-presieduto da padre Odair Pedros Mateus, che guida la commissione del Consiglio Ecumenico delle Chiese, e da padre Anthony Currer, del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani.
Si è deciso, appunto, di guardare al naufragio di Paolo a Malta. Un testo che – si legge nel sito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei Cristiani – “ha permesso al gruppo di riflettere sulla fede di San Paolo nella Divina Provvidenza e sulle virtù ecumeniche dell’ospitalità”.
Altri temi dei testi della Settimana di preghiera sono “riconciliazione, discernimento, speranza, fiducia, forza, ospitalità, conversione e generosità”.
Prima dell’incontro del comitato internazionale, c’erano stati quattro incontri convocati da Christians Together in Malta per produrre la bozza.