Trebinije , martedì, 22. ottobre, 2019 10:00 (ACI Stampa).
L’unità non si può trovare solo in criteri formali, perché c’è anche una unità di comunione. E accentuare le differenze tra scisma e unità non aiuta il dialogo ecumenico. Sono due dei punti conclusivi del comunicato del gruppo misto di lavoro cattolico ortodosso Sant’Ireneo. Fondato a Panderborn nel 2004, il gruppo è+ composto da 26 teologi, 13 cattolici e 13 ortodossi. L’incontro di quest’anno si è tenuto a Trebinje, in Bosnia-Erzegovina, su invito della Chiesa ortodossa serba. La riunione è stata presieduta dal vescovo Gerhard Feige di Magdeburgo e dal metropolita Serafim della Chiesa ortodossa romana di Germania, Europa centrale e settentrionale.
L’incontro di quest’anno ha segnato una nuova fase di lavoro, dopo che lo scorso anno il gruppo di lavoro ha presentato a Graz il suo primo volume, “Servire la Comunione. Ripensare il rapporto tra primato e sinodalità”. Durante quest’ultimo incontro, si è parlato di vari aspetti dell’unità e dello scisma, e sono stati esaminati diversi casi di studio. Tra questi, la situazione contemporanea in Ucraina.
Il gruppo è nato nel 2004, mentre si viveva uno stallo nel dialogo cattolico ortodosso che si centrava proprio sul problema dell’uniatismo. L’iniziativa di avviare il gruppo di lavoro era stata presa dall’Istituto Ecumenico Adam Moehler di Paderborn, con l’intento di riunire un gruppo di teologi cattolici e ortodossi per approfondire gli aspetti più problematici che ancora dividono le loro chiese.
Nei quattro giorni di presenza in Serbia, il gruppo ha ricevuto l’accoglienza di Sua Grazia Dimitrije, vescovo di Zahum, dell’Erzegovina e del Litorale; hanno potuto visitare il monastero Tvrdos; hanno visitato Dubrovnik e hanno partecipato alla Messa nella cattedrale della città; hanno partecipato alla Divina Liturgia della cattedrale ortodossa di Trebinje.
Tra le riflessioni scaturite dall’incontro, si legge in un comunicato del gruppo, c’è l’idea che “polarizzare la distinzione tra unità e scisma è una ipersemplifcazione”, perché “c’è uno spettro molto più ampio nel quale gradi di maggiore o minore prossimità possono essere percepiti”. Si tratta di una unità che “non significa uniformità, ma include diverse forme di comunione, che possono essere descritte con concetti differenti”.