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Ecumenismo, il coro della cattedrale ortodossa serba canterà con il coro della Sistina

Per la conclusione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, la Chiesa Ortodossa Serba invia uno dei suoi cori più prestigiosi

Coro Ortodosso della Cattedrale di Niš | Il Coro Ortodosso della Cattedrale di Niš (Serbia) | Musica Pordenone Coro Ortodosso della Cattedrale di Niš | Il Coro Ortodosso della Cattedrale di Niš (Serbia) | Musica Pordenone

Alla fine della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, il Papa celebra sempre i Vespri in San Paolo Fuori Le Mura insieme ai rappresentanti delle altre confessioni cristiane. Quest’anno, però, dopo i Vespri presieduti dal Papa ci sarà un altro evento dall’importante significato ecumenico: il Coro Ortodosso della Cattedrale di Niš (Serbia) si esibirà insieme al Coro della Cappella Sistina.

È una iniziativa dell’ambasciata serba presso la Santa Sede e il Sovrano Militare dell’Ordine di Malta, guidata da Sima Avramović, che stabilisce una ulteriore vicinanza con la Chiesa Ortodossa Serba e pone un altro piccolo mattone ad un progetto che è in ballo da tempo, ovvero una visita di Papa Francesco in Serbia. Una idea cui si è lavorato per anni – già dalla visita del Cardinale Pietro Parolin nel 2018 – e che forse si potrebbe concretizzare con un viaggio lampo del Papa.

Il Coro della Chiesa Ortodossa Serba ha, in effetti, una storia di un certo rilievo.  Fondato nel 1887, il Coro della Cattedrale della Santa Trinità di Niš (Serbia)  non ha mai smesso l’attività da allora. È stato insignito di prestigiosi riconoscimenti dai re Karađorđević, e, più recentemente, ha cantato in occasione delle cerimonie di investitura degli ultimi tre Patriarchi della Chiesa Serbo Ortodossa in Peć.

Il Coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina esiste da 1500 anni, ed è il più antico coro del mondo ancora in attività. Accompagna le celebrazioni papali a San Pietro, ma anche svolge attività concertistica in tutto il mondo, svolgendo una opera di evangelizzazione attraverso il patrimonio storico della musica per la liturgia.

La musica sacra della Chiesa Ortodossa e quella Sacra che si è sviluppata nel rito romano si incontreranno così in San Paolo Fuori Le Mura. Sarà presente anche il Cardinale Laslo Nemet, arcivescovo di Belgrado: il Papa lo ha creato cardinale nell’ultimo concistoro, e la presenza nel Collegio del primo cardinale dalla Serbia ha significato anche la attenzione che il Papa dà a quella parte del mondo. Da non trascurare la presenza di Arsenije, Vescovo di Niš, inviato di Sua Santità Patriarca serbo Porfirije. Lo Stato serbo sarà presente ai massimi livelli, con il ministro dei Beni Culturali Nikola Selaković.

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I rapporti tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa serba si stanno sviluppando in una direzione di maggiore comprensione.

La Chiesa ortodossa serba ha 10 milioni di fedeli, quasi 50 eparchie ed è considerata una delle, se non la, “sorella preferita” del Patriarcato di Mosca. Va ricordato che la Chiesa ortodossa è composta da diverse Chiese autocefale, citate nei dittici (nelle preghiere) in base all’importanza storica. Prima è il Patriarcato ecumenico, il Patriarcato di Mosca è il quinto (il primo dopo le Chiese più antiche), mentre Belgrado è quinta o settima a seconda delle preghiere.

Molti i temi sul tavolo, che finora hanno sempre impedito una visita del Papa in Serbia. Dal punto di vista politico, ma anche ecclesiastico, c’è il problema del Kosovo, dove alcuni punterebbero ad una Chiesa nazionale, creando non poche tensioni in un Paese a maggioranza musulmano e considerato dai serbi come la propria terra madre, visto che il patriarca serbo è anzitutto “arcivescovo di Pec”, sede del Kosovo dove si trova lo storico monastero patriarcale, e poi “metropolita di Belgrado e Karlovac” e “patriarca di Serbia”. La Santa Sede finora non ha riconsciuto il Kosovo, e questo è stato apprezzato.

Ma c’è poi la questione del Beato Cardinale Aloizije Stepinac. La Chiesa Ortodossa Serba si è sempre schierata contro l’eventuale canonizzazione del Cardinale La canonizzazione era ormai pronta, con miracolo riconosciuto. La Chiesa Ortodossa Serba ha però sollevato dubbi sull’operato del Cardinale durante la guerra, accusandolo di collaborazionismo con i nazisti. Papa Francesco, anche in virtù dei buoni rapporti che aveva con il Patriarca Irenej, ha messo su una commissione mista cattolico-ortodossa e fugare i dubbi di Belgrado sull’operato del Cardinale dopo la guerra. La commissione non ha cambiato le divergenze, il Papa sembra aver deciso di non procedere.

Questo è dunque il momento del dialogo, sancito da un nuovo viaggio del Cardinale Parolin a Belgrado nel 2024. La presenza del coro della Cattedrale della Santa Trinità di Niš a San Paolo Fuori le Mura potrebbe rappresentare un ulteriore segnale di distensione.

 

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