Il Papa ha convocato una veglia di preghiera di preghiera il 23 novembre 2017 per Congo e Sud Sudan, e da lì ha continuato a pensare ad un viaggio in quei territori, e in particolare programmando il viaggio in Sud Sudan come un viaggio ecumenico.
In Repubblica Democratica del Congo ci saranno sette discorsi, tutti pronunciati in italiano. Saranno invece cinque in Sud Sudan, anche in quel caso tutti pronunciati in lingua italiana.
L’arrivo a Kinshasa è previsto alle ore 15 del 31 gennaio, e il Papa sarà accolto dal Primo Ministro Jean-Michel Sama Lukonde, in carica dal 2021 e che non ha mai incontrato il Papa. Poi si arriva in papamobile al Palais de Nation, dove ci sarà la cerimonia di benvenuto, l’incontro con il presidente Fexlix Tshisekedi, che era stato in visita da Papa Francesco nel 2020, e poi l’incontro con la società civile e il corpo diplomatico, che sarà un migliaio di persone.
La Messa dell’1 febbraio sarà celebrata secondo il Messale Romano per le diocesi dello Zaire, uno dei più efficaci esempi di inculturazione della liturgia, e ci si aspetta una grande partecipazione della popolazione, sebbene non ci siano stime precise - ma si parla di un milione e mezzo di persone.
Sempre l’1 febbraio è programmato l’incontro con le vittime delle violenza nell’Est del Paese, con varie testimonianze e un discorso del Papa e un impegno a perdonare da parte delle vittime.
Ci sarà anche un incontro con i rappresentanti delle opere caritative, tra cui il Centro Dream di Sant’Egidio, i sordomuti del villaggio di Mondeko, i volontari delle Petites Flammes, del Movimento dei Focolari e altre associazioni, a testimoniare lo straordinario impegno di solidarietà operato nel Paese.
Il 2 febbraio, l’incontro con i giovani, e poi quello con le comunità religiose nella cattedrale e poi l’incontro con i gesuiti locali, un appuntamento cui il Papa non rinuncia mai.
Il 3 febbraio, dopo l’incontro con i vescovi nella sede della Conferenza Episcopale del Congo, il Papa parte per Giuba, capitale del Sud Sudan, scelta perché abitata da tribù minoritarie e non appartenenti alla tribù principali.
Il Sud Sudan è uno Stato giovane, autonomo dal 2005, Stato indipendente dal 2011. All’arrivo, il Papa sarà salutato a bordo non solo dal nunzio e dal capo del protocollo, ma anche dall’arcivescovo di Canterbury e dal Moderatore della Chiesa di Scozia, che compiranno questo viaggio con lui.
Ci sarà Salva Kiir, che il Papa ha incontrato in Vaticano nel marzo 2019 e poi ad aprile dello stesso anno per il ritiro spirituale per la pace nel Paese convocata dal Papa.
Ci sarà anche un bilaterale tra vicepresidente, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, il Cardinale Koch, il Segretario di Stato, il Cardinale Parolin, e il sostituto alla Segreteria di Stato, l’arcivescovo Edgar Pena Parra.
L’incontro con le autorità civili ci saranno circa 250 persone, e parleranno non solo il Papa, ma anche l’arcivescovo di Canterbury e il moderatore della Chiesa di Scozia.
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Il 4 febbraio, l’incontro con i religiosi nella cattedrale di Santa Teresa e poi l’incontro con i membri locali della Compagnia di Gesù, mentre nel pomeriggio incontrerà gli sfollati interni, e anche questo sarà un incontro ecumenico. Ci sono vari campi di sfollati interni, e al gennaio 2022 sono più di 3 milioni, e nella sola area di Giuba che ne sono più di 33 mila. Le testimonianze saranno soprattutto di bambini.
Il pomeriggio, Messa, Mausoleo John Karang celebrazione ecumenica, con allocuzione dell’arcivescovo di Canterbury, preghiera del Moderatore della Chiesa di Scozia, perdono, discorso del Papa, e quindi fine della preghiera ecumenica.
Il 5 febbraio è il giorno della partenza per Roma, ma prima si celebrerà la Messa in lingua inglese, con l’Angelus. Tornerà in volo con l’arcivescovo di Canterbury e il Moderatore della Chiesa di Scozia. E con loro potrebbe esserci una conferenza stampa comune in aereo.