Quito , giovedì, 9. febbraio, 2017 10:00 (ACI Stampa).
È forse la trattativa più difficile. Perché l’Esercito di Liberazione Nazionale della Colombia (ELN), sin dal momento in cui è stato fondato negli Anni Sessanta e fino agli Anni Ottanta, si è fermamente opposto ad ogni forma di dialogo con il governo. Il fatto dunque che si sia aperta una fase pubblica di dialogo il 7 febbraio, a Quito, in Ecuador, tra il governo di Bogotà e i guerriglieri dell’ELN è di grande importanza. Così come il fatto che a questa mediazione partecipino i vescovi di Colombia, su richiesta esplicita dei guerriglieri.
È il segno che l’impegno della Chiesa è sempre più riconosciuto da tutti gli attori del territorio. Al primo incontro pubblico del 7 febbraio ha partecipato anche il vescovo Omar Sanchez Cubillos, della diocesi di Tibu. E l’evento è stato accompagnato da una nota dei vescovi colombiani. La nota ha rimarcato che il primo accordo per aprire il dialogo tra ELN e governo è stato firmato lo scorso marzo, 300 giorni fa, e che “in questo momento le due parti hanno completato le loro proposte, e queste comprendono anche una richiesta esplicita alla Chiesa di essere presente al processo appena iniziato”.
Perché è stato l’ELN a chiedere la partecipazione della Chiesa, e i vescovi hanno accettato di accompagnare "un processo che è di aiuto a molte persone dei nostri territori, in cui l'Eln è presente".
Oltre al vescovo di Tibu, saranno presenti ai colloqui come “facilitatori” anche i vescovi di Arauca, Quibdo, Istmina e Cali. Un impegno forte, verso l’obiettivo di chiudere ogni conflitto armato nel Paese con ogni gruppo di guerriglia.
Molti dei gruppi guerriglieri rivoluzionari che ancora oggi alimentano il conflitto sono nati tra il 1960 e il 1970, e si considera la loro nascita una risposta al mancato appello di amnistia rivolto dal generale Pinilla a tutte le componenti guerrigliere e al periodo di violenza diffusa nel Paese tra liberali e conservatori che si erano verificate dopo l’omicidio di Jorge Gaitan, il leader di un movimento populista in Colombia. Queste formazioni, quasi tutte con simpatie di estrema sinistra, avevano necessità di finanziarsi, e lo fecero con il traffico di coca, attirandosi le antipatie dei cartelli colombiani.