Ma perché questo cambiamento? La riforma della Curia del 1988 aveva disegnato la Segreteria di Stato in due sezioni: la prima era la Sezione per gli Affari Generali, retta dal sostituto con l’aiuto dell’assessore; la seconda, la Sezione per i Rapporti con gli Stati, con a capo un sottosegretario coadiuvato da un sottosegretario. Per semplificare moltissimo, si trattava di una sorta di divisione in un Ministero degli Interni e un Ministero degli Esteri.
In Segreteria di Stato era istituito un ufficio per le rappresentanze pontificie. Retto da un arcivescovo, questo ufficio fungeva da una sorta di ufficio di gestione del personale, e non riguardava solo i nunzi, ma tutto il personale della sede apostolica. Dal 2015, l’ufficio era guidato dall’arcivescovo Romeo Jan Pawlowski, nunzio polacco che aveva passato in precedenza sei anni da ambasciatore del Papa in Gabon (dal 2009 al 2015).
L’idea di una terza sezione è stata sviluppata durante le riunioni del Consiglio dei Cardinali, che più volte hanno parlato del ruolo e della formazione e del ruolo dei nunzi. Da qui, la volontà del Papa di mostrare da una parte una rinnovata attenzione verso il mondo diplomatico vaticano, e dall’altra poter garantire una formazione permanente che fosse anche spirituale, secondo quella “conversione pastorale” di cui Papa Francesco parla sempre.
Nella lettera inviata al Cardinale Parolin, Papa Francesco ricorda che “sin dall’inzio del mio pontificato ho riservato grande cura a quanti coadiuvano il ministero di Roma, sia quelli che operano nelle istituzioni della Santa Sede , nello Stato di Città del Vaticano e nella Sede Apostolica”, e richiama al discorso ai dipendenti della Curia per gli auguri di Natale 2013, quando indicò loro le strade della “professionalità”, il “servizio” e la “santità di vita”.
Il Papa ci tiene a sottolineare che più volte ha espresso “vivo apprezzamento” nei confronti dei rappresentanti pontifici, artefici di un lavoro “più che importante, e d’altra parte sottoposto a particolari difficoltà”. E ricorda i “frequenti incontri” che gli hanno permesso di comprendere meglio sfide e problemi, e che lo hanno convinto a dover dare “maggiore accompagnamento umano, sacerdotale, spirituale e professionale a quanti entrano nel servizio diplomatico della Santa Sede”.
Da qui, l’istituzione di una terza sezione, ancora non contemplata con un motu proprio che modifichi la Pastor Bonus (la costituzione della Curia ancora in vigore fin quando non ci sarà una nuova costituzione).
La Terza Sezione è un “rafforzamento” dell’attuale ufficio del delegato delle rappresentanze pontificie, e viene chiamata “sezione per il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede”, sotto le dipendenze del Segretario di Stato, dotato di “un numero di ufficiali congruo”, e “dimostrerà l’attenzione del Papa al personale di ruolo diplomatico”, e per questo “il delegato delle rappresentanze pontificie potrà fare visita alle rappresentanze pontificie su base regolare”, ma si occuperà anche della “selezione permanente”, di eventuali avanzamenti, dei permessi, del personale locale e delle condizioni di vita e di servizio.
La sezione sarà autonoma, anche se collaborerà con tutte e due le sezioni. L’ufficio per le Rappresentanze Pontificie era prima legato alla Prima Sezione, mentre ora si dedica solamente ai nunzi.
Di fatto – si legge nella lettera - la Terza Sezione “procurerà di stabilire una stretta collaborazione con la Sezione per gli affari generali (che continuerà ad occuparsi delle questioni generali delle rappresentanze pontificie) e con la Sezione per i rapporti con gli Stati (che continuerà ad occuparsi degli aspetti politici delle rappresentanze pontificie)”.
In pratica, restano alla seconda sezione le responsabilità delle funzioni diplomatiche, e alla prima (cui inizialmente era legato l’ufficio per le Delegazioni Pontificie) quelle generiche delle nunziature.
Si legge ancora nella lettera, poi ripresa dal comunicato stampa della Segreteria di Stato - che “in questo senso il Delegato per le rappresentanze pontificie parteciperà insieme al Sostituto per gli affari generali e al Segretario per i rapporti con gli Stati alle riunioni settimanali di coordinamento presiedute dal Segretario di Stato. Egli inoltre convocherà e presiederà le riunioni ad hoc per la preparazione delle nomine dei rappresentanti pontifici. Infine sarà responsabile, insieme al presidente della pontificia Accademia ecclesiastica, per quanto riguarda la selezione e la formazione dei candidati”.
In generale, si tratta di un primo passo verso un riordino più sostanziale della Segreteria di Stato vaticana, che si pensa già allo studio. E chissà che non venga rafforzata la seconda sezione, magari con l’istituzione di un ufficio per le mediazioni pontificie proposto dal Cardinale Parolin in una conferenza in Gregoriana ormai tre anni fa.
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