Kiev , lunedì, 17. dicembre, 2018 16:00 (ACI Stampa).
Il primo primate della Chiesa ortodossa ucraina è Epifaniy Sehiy Dumenko, ed è stato eletto il 15 dicembre al termine del Sinodo che ha sancito la nascita della Chiesa nazionale ucraina. Non ha avuto il titolo di patriarca, ma quello di metropolita di Kiev e di tutta l'Ucraina, per evitare ulteriori frizioni con Mosca. Tuttavia, l'elezione non mancherà di conseguenze, sia all’interno della galassia delle Chiese ortodosse che nei rapporti tra Chiesa Cattolica e mondo ortodosso.
La nascita dell’autocefalia ucraina è stata benedetta dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, che ha esercitato il suo ruolo di primo nella sinassi ascoltando prima la richiesta del presidente ucraino Petro Poroshenko, quindi incontrando il Patriarcato di Mosca, cui era stata affidata nel XVII secolo la nomina del metropolita di Kiev, quindi inviando due esarchi in Ucraina e infine decidendo per la concessione del documento di autocefalia.
Decisione, quest’ultima, fortemente contestata dal Patriarcato di Mosca, che vi ha visto una invasione del suo territorio canonico, tanto che il Patriarcato è arrivato a rompere la comunione con Costantinopoli.
Eppure, da tempo si parlava di una Chiesa nazionale ucraina, e la presenza di due realtà ortodosse autocefale, seppure scismatiche (il Patriarcato di Kiev e la Chiesa Autocefala Ortodossa) stava a testimoniare che c’era, da tempo, una idea di una Chiesa nazionale. Idea che poi si è rafforzata anche per via della volontà, tutta politica, di sganciarsi ulteriormente da Mosca, di cui l’Ucraina denuncia l’aggressione, e che le due Chiese autocefale hanno sostenuto, tanto da sciogliersi per costituire una nuova entità ufficiale.
Tutto, insomma, si gioca sullo sfondo del conflitto dimenticato in Ucraina, cui si aggiunge invece il conflitto che c’è tra Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e Patriarcato di Mosca, con quest’ultimo che non vuole riconoscere all’altro il ruolo di guida che gli viene dal fatto di essere primo della sinassi, e che non ha nemmeno partecipato al Grande e Santo Concilio Panortodosso di Creta del giugno 2016, quando anche la questione di una Chiesa ortodossa nazionale ucraina sarebbe dovuta essere discussa.