Lione , lunedì, 23. maggio, 2022 12:30 (ACI Stampa).
C’erano almeno 12 mila persone, in un Eurexpo trasformatosi in una gigantesca chiesa a cielo aperto, ad assistere alla beatificazione di Pauline Jaricot, fondatrice dell’Opera della Propagazione della Fede e apri-strada di quelle che sarebbero state le Pontificie Opere Missionarie, nonché fondatrice del Rosario vivente.
Figlia di un imprenditore francese, attivissima anche sul fronte operaio, Jaricot (1799 – 1862) iniziò nel 1819 il primo movimento laico cattolico ufficiale per il lavoro missionario. Aveva solo 20 anni. Da quel movimento, il 3 maggio 1822 nacque la “Associazione per la Propagazione della Fede”, che cento anni dopo, nel 1922, fu inquadrata come Pontificia insieme ad altre tre opere. Un gesto con il quale Pio XI dava valore e forza a quell’opera missionaria, slegandola da ogni logica nazionale.
Nella sua omelia, il Cardinale Tagle ha sottolineato “la docilità di Paolina Jaricot allo Spirito Santo che la sollecitava con nuove idee e iniziative per la diffusione del Vangelo e il servizio ai poveri. In questo ha seguito una grande tradizione spirituale, missionaria e sociale della Chiesa di Lione”.
Riferendosi poi alla celebrazione, il prefetto di Propaganda Fide ha ricordato che il Vangelo porta riflettere su tre doni: il dono della parola di Gesù, il dono dello Spirito Santo e il dono della pace di Gesù.
“Chi riceve questi doni – sottolinea il porporato - con gioia diventa amato e che ama Gesù, missionario della Chiesa, fratello o sorella dei poveri e strumento di fratellanza e pace universale. La beata Paolina Jaricot è diventata tutto questo, perché ha accolto i doni di Dio. Ora è il nostro turno”.