Anze Logar, ministro degli Esteri di Slovenia, è invece stato in visita in Vaticano in occasione dell’accensione dell’albero di Natale in piazza San Pietro, donato appunto dalla Slovenia. Nell’occasione, ha avuto anche un incontro con il Cardinale Parolin e l’arcivescovo Gallagher.
L’arcivescovo Gallagher aveva anche incontrato, il 14 novembre, gli ambasciatori Chiara Porro di Australia, Grace Princesa delle Filippine (che o scorso 11 gennaio è stata in visita di congedo da Papa Francesco), Westmoreland Anak Edward Palon, ambasciatore di Malesia presso la Santa Sede, e Seiji Okada, ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede. L’incontro è avvenuto mentre l’ASEAN si stava riunendo, discutendo anche una serie di accordi commerciali. La Santa Sede ha sempre avuto un particolare interesse strategico per l’Asia.
Il 13 gennaio, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha avuto una conversazione in videoconferenza con Oliver Varhelyi, commissario europeo per il Vicinato e l’Allargamento.
In un tweet, il commissario Varhelyi ha parlato di una “conversazione ampia” sui temi “dello sviluppo e del lavoro fatto nel vicinato europeo a Sud ed Est, nonché delle prospettive UE per i Balcani Occidentali. Il cardinale Parolin ha incontrato vari commissari europei durante la sua “visita virtuale” a Bruxelles per celebrare i cinquanta anni delle relazioni UE – Santa Sede.
FOCUS MEDIO ORIENTE
Il Patriarca Pizzaballa in Giordania. Il grazie del re Abdullah
Si sta svolgendo in questi giorni la prima visita pastorale del Patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa in Giordania. Il 10 gennaio, il patriarca ha avuto un incontro on line con Re Abdullah, custode hashemita dei siti sacri cristiani e musulmani di Gerusalemme.
Il re Abdullah si è congratulato con il patriarca per la sua recente nomina, e ha messo in luce il ruolo importante del Patriarcato latino e delle altre Chiese a Gerusalemme nel promuovere l’unità della Città, unità che il re considera una chiave per mantenere una armonia tra le fedi e preservare lo storico e legale status quo. Questo è l’insieme di regole codificate che regolano la gestione dei Luoghi Santi nell’area della Spianata della Moschea e in tutta la città vecchia di Gerusalemme.
Il re ha riaffermato il suo supporto al Consiglio delle Chiese di Gerusalemme come un organo in grado di “promuovere moderazione, preservare le proprietà, le dotazioni e le istituzioni della Chiesa e di salvaguardare la presenza cristiana nella Città Santa e nella Regione”.
Il Re Abdullah ha anche fatto riferimento ai legami molto profondi con Papa Francesco e la Santa Sede, sottolineando il mutuo interesse in supporto della pace e della moderazione, del rifiuto della violenza e il riaffermare una responsabilità globale in supporto di rifugiati e comunità che li ospitano nel mondo.
L’arcivescovo Pizzaballa ha a sua volta ringraziato il re per le congratulazioni, ha messo in luce il ruolo centrale del re nel salvaguardare i luoghi sacri cristiani a Gerusalemme, e si è congratulato con il re per il centenario dello Stato giordano, dicendo che sotto la leadership Hashemita “la storia giordana si è radicata nei principi di moderazione, di servizio a quanti hanno bisogno, di supporto ai rifugiati e salvaguardia dei siti santi.
FOCUS EUROPA
L’ambasciatore di Montenegro presso la Santa Sede in udienza da Papa Francesco
Non è usuale che un ambasciatore presso la Santa Sede sia ricevuto in udienza privata dal Papa. Miodrag Vlahovic, però, ambasciatore di Montenegro presso la Santa Sede, aveva un motivo particolare per chiedere udienza: presentare al Papa il primo volume di “Monumenta Montenegrina Vaticana”, dedicato al Concordato tra Montenegro e Santa Sede del 1886.
L’udienza è avvenuta lo scorso 9 gennaio, e l’ambasciatore Vlahovic, oltre ad una edizione speciale del libro, ha presentato a Papa Francesco una lettera del presidente Dukanovic.
Dukanovic ha scritto al Papa che “il Concordato del 1886 confermò la comprensione e il rispetto dell'allora Principato del Montenegro secondo i valori e i principi che ancora oggi, nel mondo moderno e democratico, rappresentano la base di una società giusta: il rispetto reciproco e la convivenza di diverse nazioni e religioni, che fa parte della migliore tradizione montenegrina. di cui siamo molto orgogliosi e su cui basiamo la nostra democrazia civile, europea e multietnica”.
L’incontro tra l’ambasciatore e il Papa è durato circa mezzora. Gli interlocutori hanno discusso degli ultimi sviluppi dei Balcani, hanno parlato della situazione degli Stati Uniti, hanno affrontato alcune questioni di relazioni bilaterali e cooperazione tra la Santa Sede e Montenegro.
Papa Francesco ha ringraziato per il dono, e ha donato a sua volta il suo ultimo libro “Sogniamo ancora”.
FOCUS NUNZIATURE
Il nunzio in Russia nominato anche nunzio in Uzbekistan
L’arcivescovo Giovanni D’Aniello, nunzio apostolico in Russia, è stato nominato anche nunzio apostolico in Uzbekistan. Da quando, nel 2009, è stata stabilita la nunziatura a Mosca, il nunzio in Russia ha sempre accorpato l’incarico a quello di “ambasciatore del Papa” in Uzbekistan. Uzbekistan e Santa Sede hanno avviato le loro relazioni diplomatiche nel 1994.
FOCUS MULTILATERALE
L’Osservatore della Santa Sede all’ONU da Papa Francesco
L’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite, è stato in udienza da Papa Francesco lo scorso 11 gennaio. In una intervista successivamente concessa ai media vaticani, ha sottolineato la necessità di una risposta globale alla crisi che si è creata con la pandemia, specificando che “spesso, in momenti di difficoltà, c’è la tentazione di lasciar da parte gli altri per salvare se stessi”, ma la pandemia del COVID 19 ha invece mostrato “l’importanza di trovare soluzioni insieme, perché il mondo è sempre più una grande realtà”.
L’arcivescovo Caccia ha ricordato anche che la nascita delle Nazioni Unite aveva avuto luogo a seguito della Seconda Guerra Mondiale, quando fu chiaro che un interesse solo nazionalista non poteva solo bastare.
Il nunzio ha anche supportato l’idea di un cessate il fuoco globale, lanciato da Antonio Guterres, segretario generale ONU, e ripreso da Papa Francesco. “in un tempo di crisi come questo – ha detto – è anche più chiaro che non ha senso mettere energie e spendere denaro in ciò che non è pane e salute, ma piuttosto in ciò che distrugge.
L’arcivescovo ha anche sottolineato che la pandemia ha esacerbato il problema globale dell’emigrazione, e ha chiesto che si trovino soluzioni originali, che tra l’altro si vedono solo nella vicinanza e nell’accoglienza.
La Santa Sede all’OSCE, una risposta al minisrto degli affari esteri svedese
Lo scorso 14 gennaio, monsignor Janusz Urbanczyk, rappresentante permanente della Santa Sede all’OSCE, ha preso la parola all’incontro speciale del Consiglio Permanente OSCE per rispondere a Ann Linde, ministro svedese per gli Affari Esteri e attualmente presidente di turno dell’organizzazione.
Rivolgendosi ad Ann Linde, monsignor Urbanczyk ha ricordato che lo scorso anno sono ricorsi il 45esimo anniversario di Helsinki e il 30esimo dalla carta di Parigi, documenti che rappresentano una “eredità che ci ricorda dei nostri impegni in un tempo in cui la regione OSCE hanno affronta minacce persistenti e alrti conflitti irrisolti”.
La Santa Sede ha concordato con la presidenza di turno dell’assemblea per la sua volontà di impegnare l’OSCE a fornire un concetto comprensivo di sicurezza, ha ricordato “l’irrimpiazzabile contributo che una donna offre per la riconciliazione e la costruzione della pace”.
La presidenza svedese ha detto di voler dare particolare risalto a “Diritti umani, democrazia ed eguaglianza di genere”. Su quest’ultimo punto, la Santa Sede ha le sue reserve, e nota che “i diritti umani non dovrebbero mai essere usati come mezzi per avanzare agende politiche, economiche, militarli e culturali”.
La Santa Sede ha dunque chiesto a tutti gli Stati di attenersi alle procedure e al principio di imparzialità, specialmente quando si parla di eguaglianza di gender.
La Santa Sede ha anche notato che “l’adozione di nuovi impegni non dovrebbe in alcun modo spostare la nostra attenzione”. Ha chiesto, monsignor Urbanczyk, che si ponga sempre più attenzione alla sempre crescent intolleranza e discriminazione contro cristiani, ebrei, musulmani e membri di altre religioni”.
(articolo aggiornato il 18 gennaio, specificando che l'incontro dell'ambasciatore Axworthy con Papa Francesco non era una visita di congedo)